Emergenza socio-sanitaria dei disturbi cognitivi in Italia
Il fenomeno dei disturbi cognitivi e delle demenze rappresenta un’emergenza crescente nel contesto socio-sanitario italiano. Le preoccupazioni sono diffuse, con circa il 90% degli italiani spaventati dalla possibilità di sviluppare simili condizioni, o temendo per i propri cari. Le principali angosce riguardano la perdita di autonomia, l’isolamento e i crescenti oneri economici che graverebbero sulle famiglie, specialmente in un contesto in cui oltre il 70% dei cittadini avverte una carenza di servizi socio-assistenziali. Queste informazioni emergono da un’indagine condotta dall’istituto di ricerche Emg Different su un campione rappresentativo di mille italiani, in occasione dell’evento “Declino cognitivo e demenza” tenutosi a Milano.
Pazienti e caregiver colpiti
Nel paese, il numero di persone affette da declino cognitivo e demenza è significativo, con circa 2 milioni di pazienti e un equivalente di 4 milioni di caregiver. Più di 1 milione di individui è colpito da demenza, inclusi 600mila affetti da Alzheimer, mentre ulteriori 900mila sperimentano un declino cognitivo lieve (MCI). Questa condizione clinica, sebbene non comprometta immediatamente le attività quotidiane, può progredire verso forme più gravi, evidenziando l’importanza di un intervento tempestivo.
Conoscenza e prevenzione
La consapevolezza riguardo ai disturbi cognitivi risulta fondamentale. Un’analisi approfondita ha rivelato che, sebbene la sensibilità sociale stia aumentando attorno a tali tematiche, quasi la metà della popolazione (46%) ignora il fatto che la prevenzione può debellare il declino cognitivo. La spesa sanitaria, anch’essa da considerare, è principalmente a carico delle famiglie nel 63% dei casi, evidenziando l’impatto economico di queste malattie.
Fattori di rischio e strategie di prevenzione
Il presidente della Sinfem, Camillo Marra, sottolinea la necessità di agire sui fattori di rischio modificabili, come sedentarietà, diabete, e altri aspetti legati alla socialità e all’istruzione. Interventi mirati tra i 40 e i 60 anni possono ridurre significamente il rischio di progressione verso forme di demenza. La lotta contro lo stigma sociale è altresì cruciale nel migliorare la gestione della malattia.
Effetti sulla vita familiare e supporto
Le conseguenze della demenza sul nucleo familiare rappresentano una preoccupazione centrale per il 90% degli italiani, evidenziando come assistere un paziente con disturbi cognitivi possa essere fonte di grande stress. Piero Secreto, del Comitato tecnico-scientifico, enfatizza l’importanza di combattere i pregiudizi associati alla malattia. Inoltre, le linee guida per la diagnosi e il trattamento offrono nuovi indicazioni per migliorare la qualità della vita dei pazienti e supportare le famiglie in questo carico gravoso.
Carico economico e assistenziale
Attualmente, il 64% dei pazienti con demenza non riceve supporto da strutture socio-sanitarie, determinando un elevato onere sia assistenziale che finanziario per le famiglie. Questo scenario richiede un’importante riflessione sulle risorse disponibili e sull’efficacia dei servizi attuali, al fine di garantire un supporto adeguato per chi è affetto da queste patologie.
Aspettative per il mese dell’Alzheimer
Il mese dedicato all’Alzheimer offre un’opportunità per approfondire questioni significative legate alla demenza e sensibilizzare l’opinione pubblica. La continua informazione e prevenzione sono essenziali per affrontare queste sfide in modo efficace e per garantire che le famiglie ricevano il supporto necessario durante questo complesso percorso.