Il progetto Bridge (Bicocca Research and Innovation for Development and Global Health) si propone di promuovere l’eccellenza della qualità medica in contesti fragili, come quello dell’Uganda. Con una presentazione ufficiale, si è messa in luce l’importanza di tali iniziative per l’espansione della competenza professionale degli operatori sanitari.
Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università Milano-Bicocca, ha evidenziato che da anni i medici e gli specializzandi dell’ateneo operano in Africa. La partnership è stata istituzionalizzata per garantire un’esperienza formativa unica, in cui i professionisti possono acquisire competenze preziose attraverso la cura e il rispetto verso i pazienti. Il progetto si svolge nella regione di Gulu, nel nord dell’Uganda, un’area caratterizzata da notevoli fragilità economiche e sociali.
Iannantuoni ha commentato che l’iniziativa rappresenta un passo fondamentale verso l’internazionalizzazione e il miglioramento del sistema sanitario nazionale. L’università si impegna a estendere le proprie conoscenze anche nelle zone più vulnerabili del mondo, affrontando le difficoltà nel garantire la salute e il benessere delle popolazioni locali.
Con l’avamposto Bridge-Uganda, l’Università Milano-Bicocca amplia le proprie reti internazionali, dopo il MaRhe Center nelle Maldive, dedicato alla ricerca sulla biologia marina. Questo nuovo centro avrà un impatto significativo sulle comunità locali, in quanto mira a fornire soluzioni sanitarie innovative e sostenibili. Il progetto è parte del Bicocca Global Health Center, che coinvolge tutte le professionalità dell’ateneo per affrontare le sfide della salute globale.
In Uganda, la collaborazione si estenderà al Lacor Hospital, dove medici, ostetriche e infermieri avranno l’opportunità di ricevere formazione pratica. È previsto anche il coinvolgimento di specializzandi locali, per garantire una formazione efficace e necessaria in un contesto difficile come quello ugandese.
Tag
Vedi anche