“Non è consentito discutere temi in contrasto con i principi fondanti. Io sono l’interprete insindacabile dello statuto”, afferma la diffida visionata dall’Adnkronos.
16 settembre 2024 | 19.54
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Secondo Beppe Grillo, “non è possibile avviare un confronto deliberativo” né “mettere in discussione tra gli iscritti i principi fondanti del MoVimento 5 Stelle”, che comprendono nome, simbolo e la regola del doppio mandato. Questo è quanto riportato nella diffida, visionata dall’Adnkronos, indirizzata al leader del M5S, Giuseppe Conte, lo scorso 5 settembre.
La diffida di Grillo
Grillo sottolinea che tali principi sono “elementi imprescindibili” per la vita attuale e future del MoVimento 5 Stelle. Pertanto, nessuna consultazione tra gli iscritti potrà riguardare modifiche riguardanti il nome, l’uso del simbolo o la regola dei due mandati, come comunicato nel suo post del 20 agosto. Non c’è spazio nemmeno per discussioni su “altri temi che possano risultare in netto contrasto con i principi fondatori del MoVimento 5 Stelle”, concepito e fondato da Grillo e Gianroberto Casaleggio.
Grillo precisa che la presente diffida ha valore legale e avverte che, in mancanza di rispetto dei suoi contenuti, sarà costretto a utilizzare tutti i suoi poteri per impedire il travisamento e la snaturazione dei valori del movimento. Tali poteri sono richiamati all’inizio della comunicazione: “Nella mia qualità di garante del MoVimento 5 Stelle, ribadisco formalmente la mia posizione sulla imminente Assemblea costituente degli iscritti”.
Il fondatore del M5S menziona anche le “prerogative concesse dallo Statuto del MoVimento 5 Stelle”, in particolare quelle descritte nell’articolo 12, che lo identificano come custode dei valori fondamentali e interprete delle disposizioni statutarie in modo insindacabile.
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