Innovazioni nella cura dell’NMOSD: Il parere del neurologo Pozzilli su Ravulizumab

“Nessuna ricaduta nei pazienti del trial di quasi 2 anni”

Carlo Pozzilli, professore ordinario al dipartimento di Neuroscienze umane dell’università La Sapienza di Roma
Carlo Pozzilli, professore ordinario al dipartimento di Neuroscienze umane dell’università La Sapienza di Roma

16 settembre 2024 | 15.17

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efficacia del ravulizumab

Il ravulizumab rappresenta un’innovazione nel trattamento dei pazienti con disturbo dello spettro della neuromielite ottica (Nmosd). Questo anticorpo monoclonale è stato sottoposto a uno studio di fase 3, denominato Champion – Nmosd, che ne ha valutato l’efficacia e la sicurezza.

Come spiegato da Carlo Pozzilli, professore presso l’università La Sapienza di Roma, il farmaco agisce direttamente sulla frazione 5 del complemento, a differenza dei precedenti trattamenti che utilizzavano meccanismi immunosoppressori, con conseguenti rischi di infezioni o effetti oncogeni.

informazioni sui risultati dello studio

Pozzilli ha evidenziato come il farmaco abbia mostrato un’efficacia senza precedenti: tra i pazienti trattati con ravulizumab, non si sono verificate ricadute durante il trial durato quasi due anni, un dato molto incoraggiante. Attualmente, il follow up ha raggiunto un periodo di due anni e mezzo, e i risultati cominciano a consolidarsi.

somministrazione e praticità del trattamento

La somministrazione di ravulizumab avviene tramite infusione endovenosa ogni due mesi, offrendo ai pazienti una gestione più semplice rispetto ai farmaci precedenti che richiedevano interventi ogni quindici giorni. Questo aspetto rappresenta un importante miglioramento in termini di convenienza per i pazienti.