Renato Vallanzasca, noto come uno dei più celebri criminali italiani, ha oggi 74 anni e ha subito una condanna complessiva di 295 anni di reclusione. La sua vita è segnata da un ampio ventaglio di reati, tra cui rapine, sequestri di persona e numerosi tentativi di evasione. La sua autobiografia, intitolata “Il fiore del male. Bandito a Milano,” è stata scritta con la collaborazione del giornalista Carlo Bonini, ed è alla base del film “Vallanzasca – Gli angeli del male” del 2010, in cui il protagonista è interpretato da Kim Rossi Stuart.
l’infanzia
Vallanzasca è nato a Milano il 4 maggio 1950, ricevendo il cognome materno in quanto il padre, Osvaldo Pistoia, era già sposato. Le prime esperienze criminali iniziarono precocemente; a otto anni, Vallanzasca tentò di liberare gli animali di un circo vicino a casa, portandolo a una breve detenzione nel carcere minorile Cesare Beccaria. Successivamente, si unì a un gruppo di ragazzini e formò la banda della Comasina, una delle più influenti a Milano.
il primo arresto e l’evasione
Nel 1972, Vallanzasca viene arrestato per aver rapinato due supermercati, dando inizio a un lungo periodo di conflitti con la legge. Durante la sua detenzione a San Vittore, dove avrebbe dovuto rimanere dieci anni, tentò di evadere in più occasioni, cambiando addirittura 36 penitenziari prima di riuscire a scappare, approfittando di un ricovero in ospedale dopo aver simulato una malattia.
gli omicidi e i sequestri di persona
In latitanza, Vallanzasca riorganizzò la banda e realizzò circa 70 rapine, durante le quali diverse vittime furono uccise. Iniziarono anche i sequestri di persona, di cui furono quattro in totale. Dopo la sua cattura nel 1977, il suo percorso carcerario fu segnato da tentativi di evasione, tra cui una famosa fuga dal carcere di San Vittore, che si concluse con un suo ferimento.
le richieste di grazia e di libertà condizionale
Nonostante le numerose richieste di grazia, sia da parte di Vallanzasca che di sua madre, gli è sempre stata negata. Nel 2014, tentò un furto durante un regime di semilibertà, venendo nuovamente arrestato. Le sue richieste di libertà condizionale sono state ripetutamente rigettate dai tribunali per la sua persistente indole criminale.
perché ora può lasciare il carcere
Attualmente, Vallanzasca è stato trasferito da Bollate a una struttura assistenziale, in seguito a una decisione del tribunale di Sorveglianza di Milano. Il tribunale ha evidenziato un decadimento cognitivo, accogliendo l’istanza di differimento pena proposta dai suoi avvocati.