Il dibattito su Ius Soli e Ius Culturae: tutto quello che devi sapere dopo 10 anni

Nel 2015 e nel 2022, sono state presentate proposte di legge in materia di cittadinanza, ma senza un’adozione conclusiva.

Bambino con bandiera italiana - (Fotogramma)
Bambino con bandiera italiana – (Fotogramma)

Ius soli, culturae, scholae. Il dibattito relativo alla modifica della legge sulla cittadinanza è in corso da quasi dieci anni, accompagnato da vari momenti significativi che hanno visto l’approvazione di proposte in parlamento, sebbene nessuna di queste abbia concluso il processo legislativo.

Già nel 2015, la Camera dei deputati aveva approvato un testo contenente disposizioni relative allo ius soli e allo ius culturae. Questo documento, che non ha mai superato l’esame del Senato, prevedeva l’acquisizione della cittadinanza per i nati in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno deve possedere il diritto di soggiorno permanente. Inoltre, i minori stranieri nati in Italia o entrati nel Paese entro i dodici anni d’età avrebbero potuto ottenere la cittadinanza, a condizione di frequenza di un percorso formativo di cinque anni.

Successivamente, nel giugno 2022, è stata avanzata una nuova proposta di modifica, legata allo ius scholae. Questa disposizione avrebbe consentito l’ottenimento della cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia o entrati nel Paese entro il dodicesimo anno di età, residenti legalmente e frequentanti cicli scolastici nel sistema educativo nazionale per almeno cinque anni.

Le proposte

I termini della proposta di legge del 2022, esaminata dalla commissione Affari costituzionali, ritornano anche in testi presentati da diverse figure politiche, tra cui:

  • Simona Malpezzi (PD)
  • Luana Zanella (Alleanza Verdi e Sinistra)
  • Vittoria Baldino (M5S)

In aggiunta, ulteriori proposte che prevedono lo ius soli provengono da:

  • Laura Boldrini (ex presidente della Camera)
  • Matteo Orfini (PD)
  • Francesco Verducci (senatore Dem)

Questa ultima propone che la cittadinanza venga riconosciuta ai nati nel territorio italiano da genitori stranieri, di cui almeno uno regolarmente residente in Italia al momento della nascita. Le proposte di Orfini e Verducci condividono simili clausole, richiedendo una presenza legale in Italia di almeno cinque anni.

Si segnala che il deputato Ettore Rosato riprende la proposta del 2015, mentre Mauro Berruto (responsabile Sport del PD) si occupa del tesseramento dei minori stranieri nati in Italia presso società e associazioni sportive e dei casi di concessione della cittadinanza.

Tag

Vedi anche