Rapporto Coop 2023: Italiani più Inquieti, Fiducia nel Futuro ai Minimi

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Presentato il Rapporto Coop 2024 dedicato ai consumi e agli stili di vita degli italiani, evidenziando un quadro preoccupante riguardo alle aspettative future della popolazione.

Consumi, Rapporto Coop: paese inquieto, si riduce la quota degli italiani che guardano con fiducia al futuro

10 settembre 2024 | 13.36

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La modesta ripresa economica non riesce a rassicurare la popolazione italiana. Questa è una delle principali conclusioni del ‘Rapporto Coop 2024 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e domani‘, presentato di recente. Il rapporto evidenzia come il Paese si trovi in uno stato di inquietudine, con una diminuzione di quattro punti percentuali della quota di italiani che guarda al futuro con fiducia negli ultimi due anni, mentre aumenta il timore complessivo (+11 punti percentuali dal 2022 al 2024). Le nuove generazioni, sebbene non completamente consapevoli della situazione, mostrano una maggiore propensione ad attivarsi per modificare il contesto sociale, con il 52% di esse che si è mobilitato, rispetto al 48% della media europea.

Ulteriore motivo d’inquietudine è rappresentato dal fatto che oltre la metà degli italiani (il 55%) vive una realtà ben lontana dalle aspettative iniziali, spesso in un’ottica negativa (44% del campione). Questo pessimismo entra in contrasto con i dati attuali. Pertanto, sebbene il potere d’acquisto sia tornato ai livelli pre-pandemia e si osservi una riduzione dei cittadini che hanno affrontato disagi significativi (20 milioni nel 2022 rispetto ai 12 milioni attuali), rimangono evidenti le difficoltà sociali. Inoltre, questa situazione è stata sostenuta da significativi sacrifici.

Il lavoro eccessivo è la principale strategia adottata dagli italiani per salvaguardare il proprio tenore di vita. Nel 2023, gli individuia si sono visti costretti a lavorare un miliardo e mezzo di ore supplementari, pur di ottenere redditi che siano solo leggermente superiori a quelli di cinque anni fa. Le disparità tra i vari settori economici si rivelano notevoli: ad esempio, i redditi per i lavoratori della sanità sono diminuiti dell’8,5%, quelli nell’istruzione dell’11,2%, mentre altre aree come l’edilizia e il settore immobiliare hanno registrato un aumento rispettivamente del 4,6% e del 6,4%. È significativo che il 75% degli intervistati si dichiari insoddisfatto principalmente della propria retribuzione.

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