tragedia all’ospedale di Foggia
Un drammatico evento ha scosso la cittadinanza di Foggia, segnato dalla morte di Natasha Pugliese, una ragazza di 23 anni, avvenuta durante un intervento chirurgico complesso presso il Policlinico Riuniti. Natasha era stata ricoverata dal mese di giungo a seguito di un incidente in monopattino avvenuto a Cerignola. Il suo successivo trasferimento in una struttura specialistica non ha prodotto l’esito sperato, generando una violenta aggressione nei confronti del personale medico da parte di familiari e amici.
l’aggressione al personale sanitario
La notizia del decesso di Natasha ha provocato l’arrivo di circa cinquanta persone all’ospedale, dove la situazione è degenerata rapidamente. Gli astanti, esasperati e in lacrime, hanno urlato frasi di accusa contro i medici, affermando: “Ce l’hanno ammazzata”. Il personale medico è stato costretto a barricarsi in una stanza per garantirsi la sicurezza, affrontando una situazione di grave paura.
«Abbiamo avuto paura di morire»
la reazione della famiglia
La sorella della vittima, Tatiana Pugliese, ha condiviso il proprio dolore attraverso i social media, descrivendo la drammatica scoperta della morte di Natasha. Ha accusato l’ospedale di negligenza, enfatizzando che i medici avevano già manifestato dei dubbi sulla loro capacità di gestire il caso.
“Nessuno ci ha mai parlato di morte o cose gravissime… La mia famiglia ha fatto peggio di Gomorra, perché mia sorella è stata uccisa da loro.”
condanna dell’episodio
L’aggressione ha suscitato un forte sconcerto nella comunità medica italiana. Antonio Nigri, direttore generale della Asl di Foggia, ha difeso l’operato dei medici, sottolineando la complessità del caso di Natasha e l’impegno del personale per tentare di salvarle la vita. Ha evidenziato come nessuna forma di violenza contro chi lavora nel settore sanitario possa essere tollerata.
“Nessuna forma di violenza nei confronti di chi svolge il proprio lavoro può essere tollerata.”
azione di protesta della federazione medica
In risposta a questo e altri episodi di aggressione, la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale ha annunciato un’iniziativa simbolica, pianificando un’ora di interruzione delle attività sanitarie per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crescente violenza contro il personale medico. Tale fenomeno rappresenta una preoccupazione crescente, richiedendo una risposta chiara e tempestiva da parte delle autorità competenti.
“Un’ora di interruzione di tutte le attività sanitarie, dai reparti agli ambulatori.”