Strage di Paderno Dugnano: Riccardo in Carcere Vuole Riscattarsi con un’Attività Particolare

Il caso di Paderno Dugnano

Il diciassettenne coinvolto nella strage di Paderno Dugnano ha recentemente comunicato con il suo avvocato, Amedeo Rizza. Nonostante si trovi in carcere, continua a fornire dichiarazioni riguardo il tragico evento che ha visto convergere sulla sua famiglia l’impulso di violenza che ha sfociato nel tragico fattore scatenante.

La confessione dell’autore del triplice omicidio

Riccardo Chiarioni, dal carcere minorile di Milano, sostiene che l’azione non possa essere stata premeditata. Secondo le sue parole, “Non ci ho pensato, perché se l’avessi fatto, non lo avrei mai fatto. È stato un gesto impulsivo.” Questa affermazione rivela un certo grado di confusione e impotenza di fronte agli eventi che hanno colpito la sua vita.

Le conseguenze del gesto violento

Durante un feroce attacco avvenuto tra sabato e domenica scorsi, il giovane ha ucciso brutalmente il padre, Fabio (51 anni), la madre, Daniela, e il fratellino, Lorenzo (12 anni), infliggendo un totale di 68 coltellate. L’intensità della violenza è emersa con particolare evidenza sulle vittime, in particolare sul fratello che ha ricevuto quasi quaranta colpi. Le dinamiche familiari e l’ambiente in cui è avvenuta la tragedia rimangono elementi da esplorare attentamente.

Il dolore della famiglia

Il nonno materno ha espresso il suo sostegno, affermando che non abbandonerà il nipote nonostante il profondo dolore per la perdita della figlia. Ha dichiarato: “Non so cosa lo abbia spinto a fare questo, ma vogliamo incontrarlo il prima possibile.” Riccardo ha manifestato il desiderio di incontrare il nonno, segno di una ricerca di supporto e comprensione in un momento di solitudine e angoscia.

Un percorso di studio iniziato in carcere

Presso il carcere minorile Beccaria, il giovane ha manifestato l’intenzione di dedicarsi allo studio. Poco dopo l’arresto, ha richiesto di proseguire con la preparazione per gli esami di recupero in matematica. Don Claudio Burgio, cappellano del carcere, ha avuto un incontro con lui e gli ha presentato il suo libro “Non esistono ragazzi cattivi”, offrendo supporto morale e incoraggiamento in un periodo estremamente critico.