Luca Marinelli a Venezia 81: Interpretare Mussolini è stata una Prova Dolorosa per un Antifascista

La serie televisiva ‘M – Il figlio del secolo’, sotto la direzione di Joe Wright, è stata presentata al festival di Venezia, suscitando grande attesa.

05 settembre 2024 | 14.57

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Presentata Fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 81, la serie ‘M – Il figlio del secolo’ è una produzione Sky che vede Luca Marinelli interpretare il ruolo di Benito Mussolini. La narrativa è ispirata all’omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del prestigioso Premio Strega. La trama copre eventi storici dalla creazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al controverso discorso di Mussolini in Parlamento nel 1925, seguendo le vicende legate all’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti e offrendo una visione della vita personale del leader fascista.

Luca Marinelli: “Importante conoscere la storia perché non si ripeta”

“Per affrontare questo ruolo in modo onesto, è fondamentale avvicinarsi al personaggio senza giudizi preconcetti”, ha dichiarato Luca Marinelli durante la conferenza stampa al Festival. L’attore ha spiegato che immergersi nelle prospettive di Mussolini, pur essendo antifascista, ha rappresentato una sfida significativa. “La preparazione ha richiesto un’immensa disponibilità dalla mia parte per comprendere la complessità del personaggio”, ha aggiunto.

Marinelli ha sottolineato l’importanza di affrontare la storia: “Abbiamo una grande responsabilità nel riconoscere il passato, perché esso tende a ripresentarsi. La consapevolezza è cruciale”. Tra le sue fonti di ricerca vi sono i video dell’Istituto Luce e un significativo testo dell’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli, che ha descritto dettagliatamente Mussolini.

Infine, ha denunciato quanto accaduto a Antonio Scurati e Serena Bortone, evidenziando che “è essenziale conoscere la storia in un Paese democratico, per evitare di ripetere errori del passato”.

Antonio Scurati: “Lo spettro del fascismo si aggira per l’Europa”

Antonio Scurati, presente alla conferenza, ha osservato: “Il fascismo non è stato evocato né da me né da Joe Wright. Esistono altre forze storiche in gioco”. Ha evidenziato come il suo approccio alla scrittura del romanzo fosse volto a rendere il fascismo accessibile a un pubblico vasto, mantenendo una prospettiva critica e consapevole.

Secondo l’autore, il cinema costituisce un’evoluzione naturale del romanzo, capace di presentare eventi storici in una forma avvincente e coinvolgente. Ha concluso affermando che è fondamentale affrontare il fascismo con prospettive nuove per educare le generazioni future su un passato complesso.

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