Moussa Sangare ha accoltellato Sharon Verzeni a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, nella notte tra il 29 e il 30 luglio. Prima di compiere l’atto violento, si è rivolto alla vittima dicendo “Scusa per quello che sta per succedere”, per poi colpirla con un fendente al petto seguito da tre coltellate alla schiena. Il 31enne ha confessato l’omicidio, descrivendo anche la disperazione di Sharon con il suo grido: “Perché, perché, perché?”.
L’udienza in carcere di Sangare è programmata per domani, dove potrebbe riaffermare i dettagli forniti durante l’interrogatorio iniziale. Il pubblico ministero Emanuele Marchisio, insieme alla procuratrice facente funzioni Maria Cristina Rota, ha richiesto al giudice per le indagini preliminari la convalida del fermo, accusando il sospettato di omicidio premeditato e per motivi futili.
Il legale della famiglia di Sharon: “Non si deve parlare di raptus”
Luigi Scudieri, avvocato della famiglia Verzeni, ha espresso chiaramente la sua opinione sulla questione. Ha denunciato il tentativo di collegare l’omicidio a un “raptus improvviso” o a uno “scatto d’ira”, sottolineando che Sangare è uscito di casa con quattro coltelli e ha minacciato altre due persone prima di uccidere Sharon.
Scudieri ha esortato i due ragazzi minacciati da Sangare a farsi avanti e ha criticato le affermazioni riguardanti l’incapacità mentale del suo assistito, evidenziando la premura nel sollevare tali questioni senza una adeguata verifica delle prove.
Il paese volta pagina
Terno d’Isola sta tentando di tornare alla normalità. Il luogo del crimine, in via Castegnate, è stato adornato con nuovi fiori e un cartello che recita ‘Giustizia è fatta’. Una grande composizione floreale con rose bianche è stata portata da Sergio Ruocco, compagno di Sharon, il quale ha passeggiato per la città in segno di lutto. Tra le numerose lettere e biglietti appesi in memoria di Sharon, si può notare la domanda di una donna incredula riguardo il perchè di un simile gesto, esprimendo l’auspicio che la morte di Sharon non risulti vana.
Persone coinvolte
- Moussa Sangare – accusato di omicidio
- Sharon Verzeni – vittima
- Luigi Scudieri – legale della famiglia Verzeni
- Sergio Ruocco – compagno di Sharon
- Emanuele Marchisio – pubblico ministero
- Maria Cristina Rota – procuratrice facente funzioni