29 agosto 2024 | 10.37
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Il ricordo di Libero Grassi
In occasione della commemorazione di Libero Grassi, l’imprenditore che trentatré anni fa fu ucciso per aver rifiutato di pagare il pizzo, il Prefetto Maria Grazia Nicolò esprime il proprio sentimento di rabbia. La sua riflessione si sofferma sull’inefficacia del sacrificio compiuto da Grassi, evidenziando come molti commercianti e imprenditori trovino più semplice cedere alla Cosa nostra piuttosto che denunciare le estorsioni.
L’evoluzione della criminalità organizzata
Il Prefetto sottolinea che il comportamento della criminalità organizzata è cambiato nel tempo; anziché ricorrere a danneggiamenti o attentati, la mafia si infiltra nell’economia attraverso l’offerta di “servizi”. Questo approccio induce molti imprenditori a diventare conniventi con la criminalità.
Le preoccupazioni attuali
Durante l’intervento, il Prefetto Nicolò ha messo in evidenza che nonostante l’importanza della giornata, le denunce di estorsione non sono in crescita. Un punto preoccupante è l’esiguo numero di istanze presentate per accedere ai fondi destinati alla lotta contro l’usura. A livello nazionale, solo due richieste provengono da Palermo.
Le ragioni della mancanza di denunce
Le motivazioni alla base di questa situazione sono complesse. Molti imprenditori non si accorgono inizialmente di essere sotto pressione da parte della mafia, e nel tempo la situazione rischia di diventare normalità. La mafia, di fatto, compromette l’economia legale, danneggiando l’intera comunità.
Promuovere la coscienza civica
Il Prefetto conclude enfatizzando la necessità di stimolare la coscienza civica tra i cittadini. È fondamentale che ognuno si assuma la responsabilità di vivere liberamente, contribuendo al contrasto delle mafie, un dovere che spetta anche alle istituzioni.