Le recente posizione della Russia sul conflitto ucraino
Secondo il Cremlino, attualmente non esistono le condizioni necessarie per avviare colloqui di pace relativi al conflitto ucraino. Questa affermazione giunge a seguito delle recenti dichiarazioni del presidente ucraino, Volodymir Zelensky, riguardo alla disponibilità di Mosca a negoziare. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha esplicitato un rifiuto netto al dialogo, sottolineando che il conflitto, oramai protrattosi per più di 900 giorni a causa dell’invasione ordinata da Vladimir Putin, non può essere risolto attraverso discussioni attuali.
Le condizioni per la pace secondo Zelensky
Secondo Zelensky, la Russia sarebbe aperta a trattative soltanto se l’Ucraina accettasse di riconoscere la perdita del 30% del proprio territorio, una condizione che il presidente ucraino rifiuta fermamente. In merito a questa questione, egli ha affermato: “Non staremo al suo gioco”, evidenziando l’impossibilità di raggiungere un accordo equo con il leader russo.
Il rifiuto delle iniziative di mediazione
In aggiunta, il Cremlino ha escluso l’ipotesi di una mediazione da parte dell’India, a seguito della recente visita del premier indiano Narendra Modi a Kiev. Secondo Peskov, i potenziali colloqui di pace con Putin in questo momento sarebbero privi di significato. Il presidente ucraino ha commentato: “Il mondo intero aspetta che l’Ucraina presenti una proposta di compromesso”, sostenendo che in questo frangente qualsiasi dialogo sarebbe frutto di mancanza di volontà diplomatica da parte russa.
Modi ha avuto contatti telefonici con Putin, evitando però di discutere specifiche misure per porre fine al conflitto. Peskov ha ribadito che l’India condivide una posizione di sostegno alla pace, allineandosi così con quella della Russia.
Personalità coinvolte nel conflitto
- Vladimir Putin
- Volodymir Zelensky
- Dmitry Peskov
- Narendra Modi