L’acusa di Hamas agli Stati Uniti
Il gruppo militante Hamas accusa gli Stati Uniti di cercare di manipolare l’opinione pubblica, diffondendo messaggi ottimistici sui negoziati in corso, con l’intento di supportare la campagna elettorale della vicepresidente Kamala Harris. Osama Hamdan, un portavoce di Hamas, ha comunicato all’agenzia libanese Al Mayadeen che sono in attesa di risultati tangibili dai mediatori, piuttosto che di dichiarazioni dei media. La posizione di Hamas è chiara: l’organizzazione si aspetta risposte concrete da Israele prima di proseguire con i regolamenti futuri.
La posizione di Israele e il nodo ‘Philadelphi’
Nel frattempo, una delegazione di alto livello da Israele ha recentemente partecipato a colloqui al Cairo, focalizzandosi sulla potenziale dislocazione delle truppe israeliane lungo il confine tra Gaza e l’Egitto. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sottolineato l’importanza di una presenza israeliana nel Corridoio Philadelphi, una zona cuscinetto fondamentale per prevenire il riarmo di Hamas. D’altra parte, sia Hamas che l’Egitto desiderano il ritiro totale delle forze israeliane dalla regione.
Ospiti e personalità coinvolte
- Osama Hamdan – Funzionario di Hamas
- Benjamin Netanyahu – Primo ministro di Israele
- Mediatori egiziani
- Rappresentanti di Hezbollah