Un nuovo capitolo si apre per quanto riguarda le negoziazioni in corso relative al conflitto della Striscia di Gaza, con una delegazione israeliana che è giunta al Cairo per avanzare proposte cruciali. Diverse le variabili in gioco, comprese le richieste dell’Egitto agli Stati Uniti.
Nuovo round di colloqui per il cessate il fuoco
Questo ennesimo tentativo di raggiungere un accordo sul cessate il fuoco è ostacolato dal non volere del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di ritirare le truppe dal famoso ‘Philadelphi Route’. Tale corridoio, lungo 14 chilometri, è situato lungo il confine fra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Le fonti israeliane citate dal quotidiano Maariv evidenziano come il nuovo round di negoziati sia imminente e coinvolga l’Egitto, gli Stati Uniti e Israele.
La nuova proposta di Israele
La delegazione israeliana, composta dai vertici dello Shin Bet, del Mossad e della divisione strategica delle IDF, rappresentata dal generale Eliezer Toledano, ha presentato idee concrete per risolvere i problemi legati al corridoio. Secondo il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed, la proposta include la creazione di una missione di osservatori delle Nazioni Unite in posizioni strategiche lungo il Philadelphi Route. Inoltre, è prevista la presenza di una delegazione dell’Unione Europea al valico di Rafah e di rappresentanti dell’Autorità Palestinese per supervisionare e gestire il transito. La proposta, Non contempla un ritiro immediato delle forze israeliane, bensì un ritiro graduale dalle aree contese.
Richieste dell’Egitto agli Stati Uniti
L’Egitto ha chiarito, più volte, il proprio diniego a qualsiasi forma di dispiegamento permanente delle truppe israeliane sul lato palestinese del confine con Gaza. I funzionari egiziani hanno implementato richieste specifiche agli Stati Uniti, esigendo garanzie che se le forze israeliane dovessero abbandonare il corridoio, non vi tornerebbero in fasi successive dell’accordo. Le proposte recenti da parte dei negoziatori israeliani includono la costruzione di otto torri di osservazione lungo l’asse, ma l’Egitto ha rigettato entrambe le opzioni avanzate dagli Stati Uniti, sottolineando che ogni torre agevolerebbe la presenza a lungo termine delle IDF sul suolo egiziano.
Ostaggi in mano alla Jihad Islamica
Sono sette gli ostaggi rimasti sotto il controllo della Jihad Islamica, come riportato dal quotidiano saudita Asharq al-Awsat. Il gruppo, alleato di Hamas, ha confermato di aver detenuto oltre 30 ostaggi dopo il massacro del 8 ottobre. Mentre alcuni di loro sono stati rilasciati durante la tregua precedentemente pattuita, le attuali condizioni degli ostaggi in custodia alla Jihad Islamica rimangono incerte.
Scoperte sui corpi degli ostaggi recuperati
Recenti segnalazioni da media israeliani rivelano che alcuni corpi di ostaggi recuperati presentavano proiettili al loro interno, indicando una possibile esecuzione da parte dei rapitori. Una madre ha anche confermato il ritrovamento di un proiettile nel corpo di suo figlio, Yagev Buchshtav, di 35 anni. I corpi recuperati a Khan Younis includerebbero anche quelli di Alex Dancyg, Chaim Peri, Yoram Metzger, Nadav Popplewell e Avraham Munder.