Guerra Israele-Hamas: Crisi in Stallo, Pressioni Americane su Netanyahu

Il conflitto tra Israele e Hamas continua a manifestare complessità a causa di negoziati stagnanti per una tregua e il rilascio degli ostaggi. Recenti sviluppi hanno messo in evidenza le tensioni tra le parti coinvolte, con intermediari che cercano di facilitare la comunicazione.

I motivi dello stallo

I negoziati sono attualmente in una fase di blocco. Una fonte ha evidenziato l’inutilità di ulteriori incontri di alto livello previsti per domani e venerdì, a meno che gli Stati Uniti non esercitino pressioni su Netanyahu per rivedere le sue richieste. La ripetuta affermazione da parte del segretario di Stato americano, Antony Blinken, riguardo al supposto supporto di Netanyahu alla proposta statunitense ha sollevato preoccupazioni, poiché potrebbe dare l’impressione che Hamas sia l’unica responsabile del fallimento delle trattative.

Inoltre, un funzionario ha sottolineato che la proposta americana non prevede una presenza israeliana permanente a Rafah, ma Netanyahu ha intensificato le sue dichiarazioni, chiedendo una permanenza delle forze israeliane in quella zona. Questo punto di vista contrasta con le posizioni di Hamas, che ha chiarito di non accettare una presenza israeliana continua.

Biden chiama Netanyahu

Per facilitare il dialogo, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha contattato il premier israeliano. Durante il colloquio, a cui ha partecipato anche la vice presidente Kamala Harris, sono stati discussi i termini per un potenziale cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Biden ha sollecitato Netanyahu a mostrare una maggiore flessibilità per raggiungere un accordo, particolarmente riguardo alla nuova richiesta israeliana che prevede la permanenza delle forze IDF nella zona al confine con l’Egitto.

L’ufficio del premier israeliano ha negato un’indiscrezione secondo cui Netanyahu avrebbe accettato di ritirare le truppe israeliane dal corridoio Philadelphi in caso di accordo, punto centrale dei negoziati attuali.

Hamas chiama alla protesta di massa per domani

In contesto di crescente tensione, Hamas ha indetto una giornata di proteste per difendere Gaza, Gerusalemme e la moschea di Al-Aqsa. Il movimento ha invitato musulmani in Cisgiordania e Gerusalemme a recarsi alla moschea per opporsi a quello che considera un’azione di profanazione. Questo appello coincide con il 55esimo anniversario di un incendio doloso avvenuto nel complesso della moschea, per il quale Hamas accusa Israele di complicità.

Sinwar chiede garanzie per la sua vita in caso di accordo

Yahia Sinwar, leader di Hamas, ha chiesto garanzie per la propria sicurezza in caso di un possibile accordo con Israele. Fonti egiziane indicano che Sinwar desidera che Israele si impegni a non porre in pericolo la sua vita durante le trattative e il rilascio degli ostaggi.