La controversia sulla fatturazione telefonica
Un caso di rimborso legato alla fatturazione delle bollette telefoniche ha suscitato scalpore. Un cliente di Roma ha condiviso la sua esperienza con Windtre e le modalità del risarcimento che ha ricevuto per le bollette emesse a 28 giorni. Questa situazione ha rivelato una prassi controversa messa in atto dalle aziende di telecomunicazioni.
Cosa è accaduto
La controversia ha origini nel 2017, anno in cui le compagnie telefoniche hanno optato per emettere fatture ogni 28 giorni invece di ogni mese. Tale decisione ha comportato un aumento del numero di bollette annue da 12 a 13, generando rimborsi per molti utenti. A.M., un romano di 51 anni, è riuscito a recuperare un rimborso complessivo di 28,41 euro grazie a tale politica.
Una questione di principio
A.M. ha dichiarato che il risarcimento è più una questione di principio che economica. Dopo aver presentato la richiesta di rimborso a Windtre, ha ricevuto una comunicazione via email che informava della restituzione attraverso assegni. Ciò ha comportato l’emissione di ben 20 assegni per un valore di 1 euro e 42 centesimi ciascuno.
La gestione del rimborso
Il primo assegno è pervenuto al vecchio indirizzo di A.M., che ha confermato con il servizio clienti l’accuratezza dell’importo. Il cliente ha ironizzato sul fatto che Windtre stia spendendo più per l’invio delle raccomandate rispetto all’importo totale del rimborso. Ogni assegno presenta una scadenza, costringendolo a recarsi presso l’ufficio postale in più occasioni, generando situazioni curiose al banco.
Conclusioni sulla vicenda
A.M. ha concluso che, nonostante le difficoltà, la situazione ha reso il suo caffè al bar del mattino “diverso”, in quanto rappresenta un piccolo ma significativo successo contro la prassi commerciale di Windtre. L’azienda ha dichiarato che fornirà una risposta ufficiale in merito alla questione.
- A.M. – Cliente di Windtre
- Windtre – Company coinvolta