Lunedì è avvenuto il ritrovamento di diversi corpi nella località di Khan Younis, nella Striscia di Gaza. Sono riprese le manifestazioni a Tel Aviv, dove si levano voci che accusano il governo di Netanyahu di sacrificare gli ostaggi.
Numero di ostaggi e situazione attuale
Attualmente, sono in fase di verifica ben 109 ostaggi detenuti da Hamas, a seguito dell’attacco del 7 ottobre in Israele. Il portavoce delle forze di difesa israeliane (IDF), Daniel Hagari, ha sottolineato che il ritorno di tutti gli ostaggi attraverso operazioni di salvataggio non sarebbe possibile. Domenica, l’esercito israeliano ha confermato il recupero dei corpi di 6 ostaggi. Secondo le dichiarazioni del portavoce del governo israeliano, David Mencer, si stima che tra questi 36 ostaggi siano deceduti, mentre 73 risultino ancora in vita.
Ostaggi ritrovati
I corpi degli ostaggi sono stati rinvenuti all’interno di un tunnel sotterraneo nella Striscia di Gaza. Secondo le informazioni fornite dall’IDF, i nominativi degli ostaggi recuperati comprendono:
- Yagev Buchshtab
- Alexander Dancyg
- Avraham Munder
- Yoram Metzger
- Chaim Peri
- Nadav Popplewell (britannico-israeliano)
Nonostante la notizia del ritrovamento, il figlio di Alexander Dancyg ha denunciato l’atteggiamento del governo israeliano, sostenendo che Netanyahu abbia deciso di “abbandonare gli ostaggi per la propria sopravvivenza”. Inoltre, è stata espressa fiducia sull’urgenza di salvaguardare la salute e il benessere psicologico degli ostaggi da parte di Hagari.
Negoziati in Egitto
Giovedì 22 e venerdì 23 agosto sono previsti nuovi colloqui al Cairo, mirati al raggiungimento di un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha confermato l’intenzione di procedere con i negoziati.
Durante un incontro con le famiglie degli ostaggi, Netanyahu ha espresso scetticismo riguardo la possibilità di un accordo, dichiarando che Israele non è disposto a dismettere i corridoi strategici nonostante le pressioni internazionali. Il primo ministro ha ribadito la determinazione a proseguire la guerra fino a quando Hamas non sarà neutralizzata.
Ultimatum da Washington
Dal fronte statunitense, il segretario di Stato, Antony Blinken, ha sottolineato l’urgenza di raggiungere un accordo. Ha esortato le parti a finalizzare il compromesso. Blinken ha riferito di aver discusso direttamente con il premier israeliano, il quale ha mostrato apertura verso le proposte americane. Tuttavia, è stato indicato che Hamas è accusata di rinviare l’accettazione dell’accordo.
Di fronte a tali dichiarazioni, Hamas ha rigettato le affermazioni americane, ritenendole fuorvianti e inosservanti delle dinamiche di negoziazione in atto.