la situazione attuale dei dazi sulle auto elettriche
Un acceso dibattito si sviluppa in merito ai dazi imposti dall’Unione Europea sulle automobili elettriche provenienti dalla Cina. Recentemente, Bruxelles ha comunicato la possibilità di innalzare le tariffe sui veicoli Tesla importati da Pechino dal 10% iniziale al 19%. Tale incremento è comunque inferiore rispetto alle aliquote applicate ai produttori locali, a seguito di un’indagine avviata in relazione al sostegno fiscale di Pechino all’industria automobilistica cinese.
le misure adottate dall’ue
Alla luce di queste nuove misure, Tesla ha richiesto un’indagine specifica sulle proprie operazioni in Cina, nell’intento di evitare l’applicazione di tasse più elevate rispetto a quelle già imposte. Bruxelles giustifica la sua decisione evidenziando che le attività della nota azienda statunitense trarrebbero vantaggio da politiche economiche favorevoli da parte del governo cinese, come sussidi per l’acquisto di terreni e vantaggi sulle tasse.
la reazione di pechino
Il ministero del Commercio cinese ha replicato a queste manovre definendole un esempio di “concorrenza sleale”. Secondo le autorità cinesi, l’Unione Europea avrebbe discriminato le società cinesi trattando diversamente le varie entità economiche. Inoltre, è stata sottolineata l’assenza di prove concrete a sostegno dell’asserita vulnerabilità delle industrie europee, affermando che la competitività dei veicoli elettrici cinesi è principalmente determinata dalla scala di produzione e dalla competitività del mercato globale.
docs forniti da pechino
Pechino ha presentato un ampio volume di documentazione per contestare le accuse di sovvenzioni governative. Inoltre, la Camera di commercio cinese presso l’Unione Europea ha espresso un netto rifiuto verso la decisione di Bruxelles, ribadendo che i dati trasferiti non giustificherebbero tali misure punitive.
prospettive future
Nei mesi scorsi, la Commissione Europea aveva annunciato tariffe che potevano arrivare fino al 48% per alcuni produttori cinesi, tra cui BYD e Geely. Recentemente sono state apportate lievi modifiche, riducendo le tariffe di circa l’1%. Le aziende sono tenute a versare garanzie bancarie in attesa dell’approvazione finale da parte degli Stati membri, prevista entro il 30 ottobre. Se ratificate, queste misure potrebbero avere una durata di cinque anni.