Vaiolo delle Scimmie (Mpox): Sintomi, Prevenzione e Tutto Quello che Devi Sapere

Approfondimento sulla situazione attuale di mpox

Il 14 agosto 2024, per la seconda volta in due anni, è stata dichiarata un’Emergenza di salute pubblica internazionale in relazione all’mpox, il nuovo nome del virus del vaiolo delle scimmie. Questa decisione è stata presa a causa dell’aumento esponenziale dei casi nella Repubblica Democratica del Congo, che ha registrato oltre 15.600 casi e 537 decessi nel corso dell’anno, insieme all’espansione dell’epidemia verso un numero crescente di stati africani. Gli esperti del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità hanno fornito un’analisi dettagliata riguardante il virus.

Caratteristiche del virus e situazione attuale

L’mpox è identificato come una malattia virale causata dal virus del vaiolo delle scimmie (mpxv), appartenente alla famiglia degli orthopoxviridae. Si distingue in due cladi geneticamente diversi: il clade I con i sub-cladi I a e I b, e il clade II con i sub-cladi II a e II b. Il virus è individuabile nella fauna selvatica, specificamente in primati e roditori, in vari paesi dell’Africa centrale e occidentale. Il termine vaiolo delle scimmie deriva dalla prima identificazione del virus nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958, mentre il primo caso umano è stato registrato nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo.

La trasmissione dell’infezione avviene prevalentemente tramite contatto con animali infetti. Negli ultimi anni, il virus ha mostrato una rapida diffusione, specialmente dal 2022, quando un’epidemia globale ha coinvolto paesi precedentemente non affetti. La preoccupazione è accentuata dal recente aumento dei casi nell’attuale epidemia nella RDC e negli stati limitrofi.

Statistiche e regionali dei casi

Il numero dei contagi quest’anno ha già superato il totale dell’anno precedente, con più di 15.600 casi e 537 decessi. Solo nell’ultimo mese sono stati confermati oltre 100 casi di mpox clade I b in stati vicini, come Burundi, Kenya, Rwanda e Uganda.

Sintomi e periodo di incubazione

Dopo un periodo di incubazione che va da 5 a 21 giorni, spesso tra 6 e 13 giorni, la malattia presenta diversi sintomi: febbre, cefalea intensa, linfoadenopatia, mal di schiena, mialgia e astenia. La linfoadenopatia rappresenta una caratteristica distintiva del vaiolo delle scimmie. Si verifica una eruzione cutanea normalmente entro 1-3 giorni dalla manifestazione della febbre, iniziando dal viso e poi diffondendosi ad altre aree corporee, incluse le estremità.

Manifestazioni atipiche

Durante l’epidemia mondiale del 2022, si sono riscontrate anomalie nel periodo di incubazione, che è apparso variabile e, in alcuni casi, tra 2 e 4 giorni. Inoltre, alcuni pazienti hanno mostrato sintomatologie strane come lesioni genitali senza la fase prodromica.

Durata e prognosi della malattia

L’mpox è generalmente autolimitante e persiste da 2 a 4 settimane. Vi sono individui che possono sviluppare una forma più grave, necessitando di ricovero. La gravità della malattia è influenzata da fattori quali la vaccinazione pregressa e lo stato di salute generale degli individui.

Modalità di trasmissione e vaccino

La trasmissione dell’mpox avviene sia tramite contatti sessuali che non. Il rischio maggiore si presenta nei bambini. È anche opinione condivisa che le persone vaccinate contro il vaiolo possano avere un rischio ridotto di contrarre l’infezione. Attualmente è disponibile un vaccino attenuato, ma la vaccinazione di massa non è raccomandata. La vaccinazione è offerta solo a categorie di individui ad alto rischio.

Raccomandazioni

L’ECDC suggerisce di adottare precauzioni per i viaggiatori in aree interessate dalla malattia. Le raccomandazioni includono:

  • Utilizzare sempre il preservativo durante rapporti sessuali non sicuri.
  • Astenersi da contatti con persone con sintomi compatibili con mpox.
  • Evitare la condivisione di oggetti personali e biancheria con persone infette.
  • Lavarsi le mani frequentemente e accuratamente.
  • Evitare contatti con animali selvatici.
  • Consultare un medico in caso di al ritorno da zone endemiche.

In conclusione, è stato attivato un potenziamento della sorveglianza in Italia e si prevede una continua collaborazione tra le autorità sanitarie per affrontare l’infezione sul territorio.