Recenti eventi a Gerusalemme hanno messo in discussione il delicato equilibrio dei luoghi sacri, evidenziando le tensioni tra Israele e i paesi arabi circostanti. Le azioni del ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, hanno sollevato forti critiche da parte di diverse istituzioni internazionali e governative.
La provocazione di Ben Gvir
Il ministro Ben Gvir ha effettuato una visita controversa al Monte del Tempio, noto come Spianata delle moschee dalla prospettiva musulmana, durante la commemorazione della festività di Tischa B’Av, che ricorda la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Nel corso della visita, ha dichiarato che la linea politica del governo israeliano mira a permettere la preghiera, nonostante questo contrasti con lo “status quo” attualmente in vigore nella zona.
La reazione di Netanyahu
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha preso una posizione netta contro il comportamento di Ben Gvir, affermando: “Non esiste una politica personale sul Monte del Tempio da parte di alcun ministro”. Netanyahu ha sottolineato che le politiche ufficiali del governo non subiranno cambiamenti riguardo al Monte del Tempio.
Le condanne internazionali
La visita di Ben Gvir ha attirato feroci critiche da diverse nazioni, in particolare da Egitto e Giordania. I portavoce di questi Paesi hanno denunciato l’azione come una “provocazione” che mina lo status quo, considerando l’evento un insulto al diritto internazionale. Il Cairo ha definito l’azione “irresponsabile”, mentre il portavoce giordano ha affermato che rappresenta un disprezzo per le normative internazionali.
Il Qatar ha condiviso una posizione simile, condannando la visita e avvertendo che tali violazioni potrebbero compromettere i negoziati di pace nel conflitto israelo-palestinese. La richiesta al mondo per un intervento immediato è stata sollecitata da Doha per prevenire ulteriori escalation.
La posizione degli Stati Uniti
Anche l’amministrazione Biden ha preso posizione, criticando Ben Gvir per le sue azioni che contribuiscono ad una maggiore insicurezza nella regione. Un portavoce del Dipartimento di Stato ha affermato che tali eventi distraggono dagli sforzi per una soluzione pacifica, sottolineando l’importanza di mantenere lo status quo nei luoghi sacri.
La condanna dell’Onu
L’Onu ha etichettato le azioni di Ben Gvir come “eccessivamente provocatorie”. Il vice portavoce dell’Onu ha ribadito la necessità di rispettare gli status quo esistenti, chiedendo che i luoghi santi vengano lasciati sotto la supervisione delle autorità religiose, senza interferenze esterne.