Il Caffè e il Benessere Intestinale: Ecco Come Favorisce i Batteri Buoni del Microbiota

Il caffè, non solo un semplice drink, riveste un ruolo significativo nel sostenere il microbiota intestinale e, di conseguenza, il benessere generale dell’organismo. È l’immunologo Mauro Minelli, esperto di dietetica e nutrizione, a illustrare i benefici di questa bevanda ampiamente consumata nel mondo.

Caffè - Fotogramma
Caffè – Fotogramma

03 agosto 2024 | 16.40

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Benefici del caffè per il microbiota

Secondo il dottor Minelli, il caffè esercita un’influenza positiva sui batteri intestinali, suggerendo che la sua assunzione potrebbe contribuire a proteggere da alcune condizioni patologiche, come il diabete di tipo 2 e la steatosi epatica non alcolica. Questo fenomeno è attribuibile alla selezione di batteri beneficiali causata dal consumo della bevanda.

Meccanismi d’azione

Il caffè, caratterizzato da un apporto calorico ridotto, contiene caffeina, un alcaloide che stimola la produzione di neurotrasmettitori come l’adrenalina, conferendo maggiore energia. Inoltre, la caffeina può anche ridurre l’infiammazione intestinale mediante l’inibizione della secrezione di interleuchine.

Composizione del caffè

Tra i vari componenti del caffè, spiccano i polifenoli, in particolare l’acido caffeico, noto per i suoi effetti neuroprotettivi e per il potenziale ruolo nella prevenzione delle malattie neurodegenerative.

Possibili effetti negativi

Nonostante i benefici, esistono effetti collaterali legati al consumo di caffè. La bevanda può causare assuefazione e complicare condizioni cardiovascolari preesistenti. Durante la gravidanza, un’eccessiva assunzione può influenzare negativamente la crescita intrauterina del feto. Inoltre, il caffè aumenta la secrezione di succhi gastrici, comportando potenziali problemi per chi soffre di reflusso gastroesofageo o gastrite.

Impatto sul microbiota intestinale

È emerso che alcuni composti del caffè possono influenzare il microbiota intestinale, aumentando la popolazione di Akkermansia e diminuendo quella di Escherichia coli, Enterococcus, Bacteroides e Clostridium. I polifenoli, assieme alla caffeina, sono risultati capaci di modulare in modo favorevole il microbiota, incrementando i livelli di Faecalibacterium, Lactobacillus, Akkermansia e Bifidobacterium, correlati alla produzione di acidi grassi a catena corta benefici.