I recenti messaggi dell’atleta ungherese Luca Hamori hanno suscitato attenzione in seguito ai temi sollevati dalla federazione pugilistica di Budapest riguardo la presenza della pugile algerina Imane Khelif.
03 agosto 2024 | 14.54
LETTURA: 1 minuti
“Devo combattere contro un uomo. È stato dimostrato che Imane Khelif è un uomo”. Questo il contenuto del post su TikTok di Luca Hamori, pochi istanti prima del suo incontro nei quarti di finale della categoria 66 kg alle Olimpiadi di Parigi 2024. Khelif, documentatamente coinvolta in una controversia dopo l’esclusione dai Mondiali 2023 per il mancato superamento di un test di genere, ha incassato il primo turno grazie al ritiro della pugile italiana Angela Carini. Hamori ha condiviso un’immagine su Instagram che visualizza Khelif nel ring contro una figura mostruosa, accentuando le tensioni già presenti nella comunità sportiva.
La contestazione dell’Ungheria
In previsione del match, la federazione pugilistica ungherese ha sollecitato il Comitato Olimpico Nazionale a chiedere chiarimenti al CIO riguardo alla partecipazione di Khelif. Lajos Berko, un esponente di spicco della federazione, ha rilasciato dichiarazioni all’agenzia MTI, esprimendo il proprio dispiacere per la questione: “È inaccettabile e vergognoso affrontare un argomento non conforme ai principi sportivi. Il Comitato Olimpico ungherese ha richiesto incontri con il CIO per preservare i diritti delle atlete femminili e garantire loro una competizione equa.” A supporto di quanto dichiarato, il dirigente ha ribadito che la federazione ha informato il Comitato Olimpico ungherese della propria opposizione alla partecipazione dell’atleta algerina.
- Luca Hamori
- Imane Khelif
- Angela Carini
- Lajos Berko