02 agosto 2024 | 11.34
LETTURA: 4 minuti
nuove prospettive nella lotta contro la sla
Recenti sviluppi della ricerca italiana offrono speranze per i pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Uno studio condotto dalla Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico e dalla Fondazione Irccs Istituto Auxologico Italiano rivela come l’uso di campi magnetici possa servire a rallentare il processo degenerativo che colpisce i neuroni. La pubblicazione, apparsa su Lancet Regional Health Europe, indica che più del 70% dei soggetti trattati con stimolazione magnetica cerebrale transcranica statica è riuscito a evitare la ventilazione meccanica per 24 mesi, a differenza del 35% di coloro che non hanno ricevuto il trattamento.
metodologia e risultati dello studio
La coordinazione del progetto è stata affidata a Vincenzo Di Lazzaro per il Campus Bio-Medico e a Vincenzo Silani per l’Auxologico. La tecnica adottata è non invasiva e agisce sui campi magnetici per modulare l’eccitabilità delle cellule nervose, affrontando l’ipereccitabilità responsabile della morte dei neuroni motori. Sebbene le cause della SLA non siano del tutto chiare, è stato dimostrato che una risposta eccessiva degli impulsi eccitatori possa accelerare il processo degenerativo, giustificando l’uso della stimolazione magnetica. L’idea di trattare i pazienti con un approccio di elettroceutica, anziché con farmacologia, si firma come una soluzione innovativa.
- Vincenzo Di Lazzaro
- Vincenzo Silani
sviluppi e prospettive future
Il team ha investito oltre 20 anni nello studio di questa metodologia. Ricerche preliminari hanno suggerito un rallentamento significativo della progressione della malattia. Recenti studi hanno coinvolto 40 pazienti, concentrandosi sulla possibilità di ridurre l’avanzamento della malattia. Dopo sei mesi, i risultati iniziali non hanno mostrato miglioramenti significativi, ma proseguendo per 18 mesi, i risultati si sono rivelati promettenti. Di Lazzaro ha sottolineato che, nonostante l’ottimismo derivante dai risultati, è necessario continuare a condurre ricerche.«
riconoscimenti e dediche
Il lavoro effettuato ha ricevuto supporto dalla Fondazione Nicola Irti, dedicato alla memoria di Nicola Irti, mentre il primo paziente, Vincenzo Russo, ha attivamente promosso la ricerca sulla SLA attraverso l’associazione Ance di Salerno. Quest’associazione ha finanziato una borsa di dottorato in onore di Russo, destinata a ricercatori motivati a combattere questa malattia presso la Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico.