La recente relazione della Commissione Lancet ha apportato aggiornamenti significativi riguardo i fattori di rischio associati alla demenza. A questi, si aggiungono la perdita della vista e livelli elevati di colesterolo LDL a partire dai 40 anni. Questa iniziativa mira a sottolineare l’importanza della prevenzione e dell’adeguata gestione della salute a lungo termine, specialmente in un contesto in cui la demenza sta diventando un’emergenza sanitaria globale.
Fattori di rischio identificati
I nuovi fattori di rischio individuati contributo significativamente all’aumento dei casi di demenza. Secondo il rapporto, ciò si tradurrebbe in un’assegnazione del 9% dei casi a queste due nuove categorie (7% per il colesterolo alto e 2% per la perdita della vista). Il documento sottolinea inoltre che il 40% degli eventi di demenza è correlato a dodici fattori già menzionati in un report del 2020, tra cui:
- Bassi livelli di istruzione
- Problemi di udito
- Pressione alta
- Fumo
- Obesità
- Depressione
- Inattività fisica
- Diabete
- Consumo eccessivo di alcol
- Trauma cranico
- Inquinamento atmosferico
- Isolamento sociale
In particolare, gli esperti evidenziano i problemi di udito e il colesterolo LDL alto come i principali fattori di rischio globali per la demenza, ciascuno correlato a 7% dei casi. Altri fattori, come l’istruzione in età infantile e l’isolamento sociale negli anziani, contribuiscono anch’essi con un 5% ciascuno.
Raccomandazioni per la prevenzione
Il report evidenzia tredici raccomandazioni progettate per ridurre i rischi legati alla demenza, che si rivolgono a cittadini e istituzioni. Tra le misure proposte si possono menzionare:
- Prevenire e trattare la perdita dell’udito e della vista, così come la depressione;
- Mantenere attività cognitive durante tutta la vita;
- Proteggere la testa negli sport di contatto;
- Ridurre fattori di rischio vascolari come colesterolo alto e obesità;
- Migliorare la qualità dell’aria;
- Creare ambienti che favoriscano le interazioni sociali.
Implementando tali misure, si stima che il Regno Unito potrebbe risparmiare circa 4 miliardi di sterline, mentre i costi globali associati alla demenza superano 1 trilione di dollari all’anno.