29 luglio 2024 | 14.51
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I conflitti in Medio Oriente, insieme alle notizie preoccupanti riguardanti i bombardamenti e il rischio di escalation, sono momentaneamente attenuati dalle ferie estive, che contribuiscono ad un abbassamento del senso di paura. Secondo lo psichiatra Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, in questo periodo si osserva una diminuzione del panico. Le vacanze fungono da diversivo, simile a una versione moderna del “panem et circenses” dell’antica Roma, dove gli individui si distraevano con spettacoli nell’arena.
Mencacci sottolinea che l’indifferenza è certamente un aspetto negativo da considerare. Questo sentimento, che è stato definito come un “cancro dell’anima”, può essere amplificato dalla persistente esposizione a minacce e guerre, come quelle attuali. La mancanza di empatia verso gli eventi lontani è accentuata durante le vacanze, poiché si perde il senso di vicinanza con gli altri, inclusi colleghi e familiari. Tale distacco contribuisce ad un’ulteriore disconnessione rispetto a situazioni di crisi nel mondo.
Tradizionalmente, l’attenzione collettiva si concentra su eventi più immediati e che coinvolgono più direttamente le persone, come crimini o notizie locali, durante i mesi estivi. Le manifestazioni pubbliche e le contestazioni tendono a diminuire, risultando meno visibili nonostante la gravità degli eventi. Questi accadimenti sembrano essere percepiti come lontani, creando una barriera emotiva tra gli individui e le realtà tragiche in corso.
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