Un’importante innovazione nel campo della neurochirurgia è rappresentata dagli interventi di asportazione di tumori cerebrali effettuati su pazienti svegli e collaboranti. Questi speciali interventi sono stati realizzati dalla Neurochirurgia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese (Aous). Sono stati documentati due casi particolari, contraddistinti dalla complessità linguistica dei pazienti, che non erano di lingua italiana, ma per i quali la valutazione dell’area del linguaggio ha assunto un ruolo centrale durante le operazioni.
Dettagli degli interventi
Il primo caso ha riguardato una giovane donna affetta da una neoplasia nell’area frontale sinistra, prossima all’area espressiva del linguaggio e alla motricità. Il secondo caso ha visto coinvolto un giovane uomo con una neoplasia nel lobo temporale sinistro, in prossimità dell’area della comprensione del linguaggio.
Il protocollo anestesiologico
Per consentire la rimozione delle lesioni nelle zone responsabili del movimento e della parola, mantenendo intatte le funzioni cognitive superiori, è stata fondamentale la comunicazione continua con i pazienti durante l’intervento. Francesca Tarantino, direttrice dell’Anestesia e Rianimazione neurochirurgica, ha spiegato che è stato necessario individualizzare il piano anestesiologico per garantire la collaborazione dei pazienti. Dopo una fase iniziale di sedazione profonda, si è passati a una fase di blanda analgesia, per poi tornare a un approfondimento della sedazione.
Supporto linguistico durante la chirurgia
Entrambi i pazienti, che si esprimevano in un buon italiano come seconda lingua, sono stati supportati durante l’intervento da mediatrici linguistiche, Noemi Muho e Jemmali Ghada. Questo supporto è stato cruciale per monitorare e proteggere le competenze linguistiche durante la procedura, affiancato da un monitoraggio continuo dei parametri vitali.
Monitoraggio e tecniche avanzate
Durante l’intervento, per verificare l’integrità funzionale delle aree cerebrali, è stata richiesta ai pazienti la descrizione di immagini e la lettura di testi nella loro lingua madre. Salvatore Chibbaro, primo operatore degli interventi, ha confermato l’uso di stimoli elettrici cranici per lavorare sulle aree motorie più profonde. La tecnica innovativa, sviluppata dal neurochirurgo e neurofisiologo Alessandro Zalaffi, ha consentito l’asportazione di oltre il 90% di entrambi i tumori, riducendo il rischio di danni cerebrali permanenti.
Un approccio team-based
La performance chirurgica è stata realizzata grazie a un team multidisciplinare esperto e affiatato, che ha dimostrato come l’operazione in condizioni di risveglio possa rappresentare un notevole avanzamento nella neurochirurgia. A seguito degli interventi, è stata organizzata una riunione di approfondimento a Siena con esperti dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi, allo scopo di esplorare future collaborazioni e condividere le tecniche avanzate utilizzate.