Durante l’ultima puntata di Quarto Grado è stato rivelato il verbale inedito della confessione di Filippo Turetta, il ventiduenne che ha tragicamente tolto la vita alla sua ex fidanzata Giulia Cecchettin.
Il drammatico evento si è consumato la sera dell’11 novembre scorso. Le indagini hanno rivelato che Giulia è stata colpita da circa 75 fendenti inflitti da Turetta. Dopo una fuga di sette giorni, il giovane è stato arrestato in Germania. Davanti al pm di Venezia Andrea Petroni, Turetta ha raccontato:
“Volevo darle un regalo, una scimmietta mostriciattolo. Con me avevo uno zainetto con altri regali: una scimmietta di peluche, una piccola lampada e un libretto di illustrazioni per bambini. Lei si è rifiutata di prenderlo, abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente e appiccicoso. Voleva andare avanti e stava iniziando nuove relazioni.”
Filippo ha descritto come la discussione sia degenerata per la reazione di Giulia ai suoi regali, scatenando in lui rabbia e minacce autolesionistiche. Nonostante le sue proteste, la ragazza ha fermamente rifiutato di tornare con lui.
i tragici eventi che hanno portato alla morte di giulia cecchettin
“Ho urlato che non era giusto, che avevo ancora bisogno di lei. Ero molto arrabbiato. Lei è scesa urlando dall’auto, ho preso un coltello dalla tasca dello sportello, l’ho rincorsa e l’ho colpita al braccio. Quando il coltello si è rotto, l’ho presa alle spalle mentre era a terra. Lei resisteva, ho dovuto ricaricarla sul sedile posteriore.”
Turetta ha spiegato di aver condotto Giulia nella zona industriale di Fossò, un posto più isolato, mentre lei tentava di farlo riflettere sulla sua azione. Nonostante i tentativi della giovane di fargli cambiare idea, Turetta ha continuato nel suo piano.
Secondo il suo racconto, durante il tragitto Giulia ha cercato di sfuggire, lottando per la propria vita. Per tenerla ferma, Filippo dice di aver usato dello scotch per chiuderle la bocca. Sul tentativo di fuga di Giulia, Filippo aggiunge:
“Non so come sia riuscita a scendere dalla macchina e a correre. L’ho inseguita, forse l’ho spinta o è inciampata. Continuava a chiedere aiuto, allora l’ho colpita 10, 11, 12 volte con il coltello. Volevo colpirla alle spalle, alla testa, al collo, al viso e poi alle braccia. L’ultimo colpo è stato sull’occhio. Era immobile. L’ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti.”
Filippo ha poi abbandonato il corpo di Giulia nella zona boschiva vicino al lago di Barcis prima di cominciare la sua fuga. Nei sette giorni successivi, il ragazzo ha dichiarato di aver pensato al suicidio, ma di aver desistito dopo aver scoperto che i suoi genitori speravano ancora di ritrovarlo vivo.