Nel 2023, un episodio sconcertante sconvolse l’opinione pubblica: Anna Bellisario, una giovane 22enne affetta da gravi allergie alimentari, perse la vita dopo aver mangiato un tiramisù etichettato come vegano ma che in realtà conteneva ingredienti di origine animale. Questo tragico evento portò alla luce le gravi carenze nella sicurezza e trasparenza alimentare.
una fiducia tradita con esiti fatali
Anna Bellisario, fidandosi della descrizione del dolce, aveva ordinato un “Tiramisum” in un locale di Milano. Pensando si trattasse di una variante vegana del noto dessert italiano, la giovane, gravemente allergica al lattosio e alle uova, consumò il dolce. Purtroppo, all’interno era presente del mascarpone, un derivato del latte, che le causò uno shock anafilattico risultando fatale dopo alcuni giorni di ricovero ospedaliero.
indagini e scoperta della contaminazione
Le indagini condotte dal pm Luca Gaglio e dall’aggiunto Tiziana Siciliano rivelarono che l’azienda produttrice del dessert non separava adeguatamente le linee di produzione di dolci vegani e non vegani. Questa prassi di lavorare contemporaneamente su un unico tavolo portava a una significativa contaminazione incrociata tra ingredienti di origine animale e vegetale.
accuse di omicidio colposo
Giuseppe Loiero, legale rappresentante del marchio del dolce, e la madre Giovanna Anoia, responsabile delle linee produttive, furono accusati di omicidio colposo in concorso. I due patteggiarono per una pena ridotta, convertita in una sanzione pecuniaria di 10mila euro ciascuno. Il giudice Cristian Mariani accettò il patteggiamento, revocando le misure interdittive a seguito del completo risarcimento delle parti civili. La società assicurò di aver ora adeguato le proprie prassi agli adempimenti di legge.