La comunità culinaria internazionale è scossa dalla tragica scomparsa di Michele Prevedello, stimato cuoco di 45 anni, recentemente trovato privo di vita nella sua camera d’albergo. Originario di Fietta, a Pieve del Grappa, Prevedello era noto per la sua esperienza e competenza nei più rinomati ristoranti del mondo.
la tragica scoperta
Sabato sera, dopo il suo consueto turno in cucina, Michele Prevedello si era ritirato nella sua stanza appendendo il cartello “non disturbare” alla porta. I familiari, preoccupati per la mancanza di risposte ai loro tentativi di contattarlo telefonicamente da domenica 9 giugno, hanno allertato la direzione dell’hotel. Solo mercoledì mattina è stata scoperta la sua morte, quando il personale dell’albergo ha deciso di entrare nella camera.
l’autopsia e le possibili cause del decesso
La Procura ha ordinato un’autopsia sul corpo di Prevedello per chiarire le cause della morte. Le prime ipotesi suggeriscono un malore improvviso, come un arresto cardiaco, durante la notte. Nonostante non avesse problemi di salute pregressi noti, la famiglia è sotto shock e attende ulteriori dettagli.
reazioni e commemorazioni
una famiglia in lutto
La madre Maddalena, vedova da quattro anni, il fratello Dario e la sorella Sara sono distrutti dalla perdita e in attesa di chiarezza sulla tragedia. Il vicesindaco di Pieve del Grappa, Davide Michelon, grande amico di Michele, ha espresso il proprio dolore dichiarando che la comunità è incredula di fronte a questa notizia.
“Siamo tutti sotto choc, è una notizia a cui nessuno vuole credere”.
riconoscimenti e il ricordo
Michele Prevedello era un talentuoso chef, diplomato all’istituto alberghiero “Giuseppe Maffioli” di Montebelluna. Ha lavorato sia in Italia che all’estero, raggiungendo il prestigioso incarico di Executive Chef al Park Hyatt di Hyderabad, in India. Nel 2017 aveva rappresentato l’Italia alle olimpiadi dei giovani chef. Apprezzato per la sua umiltà e cortesia, Michele era profondamente legato alle associazioni locali, in particolare al gruppo Alpini di Pieve. La sua figura è ricordata non solo per le abilità culinarie ma anche per la sua affabilità e generosità, guadagnandosi l’affettuoso soprannome di “gigante buono”.