L’angoscia delle ultime parole di Patrizia Cormos al 112 risuona nella memoria collettiva come un tragico ricordo dell’alluvione che ha colpito il fiume Natisone, trascinando via tre giovani vite. In questo contesto, le sue chiamate disperate ai soccorritori rivelano la tragica impotenza di fronte alla furia della natura.
le strazianti chiamate di Patrizia Cormos al 112
Patrizia Cormos, una delle ragazze vittime della piena del fiume Natisone, ha chiamato ripetutamente il Numero Unico per le Emergenze (112) nel tentativo di chiedere aiuto mentre il livello dell’acqua aumentava pericolosamente. La sua ultima richiesta ha incluso una disperata preghiera agli operatori affinché chiamassero sua madre, seguito da un silenzio che ha segnato il suo tragico destino.
la tragica giornata sul fiume natisone
Patrizia, insieme a Bianca e Cristian, si trovava sulle rive del fiume Natisone per godersi una giornata all’aria aperta. La situazione è rapidamente degenerata quando il livello dell’acqua ha iniziato a salire pericolosamente, costringendoli a rifugiarsi su un isolotto in mezzo al fiume. Le telefonate di Patrizia al 112, intrise di disperazione, testimoniavano la loro impotenza di fronte al pericolo imminente.
l’intervento dei soccorsi e le indagini
Patrizia ha effettuato quattro telefonate al 112 nel tentativo di ottenere aiuto, la prima delle quali alle 13.29, seguita da altre tre nel giro di mezz’ora. Il Procuratore capo di Udine, Massimo Lia, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, cercando di chiarire se i soccorsi abbiano operato tempestivamente e se abbiano fornito le corrette indicazioni del luogo.
ricordo delle vittime della tragedia
Le ultime conversazioni di Patrizia con gli operatori di emergenza riflettono una disperazione tangibile. Nonostante gli sforzi, i soccorsi non sono riusciti a salvare i giovani, trascinati via dalla piena del Natisone. Le due ragazze, in ossequio al rito ortodosso, sono state vestite da spose per la sepoltura.