I risultati dell’autopsia sulla vigilessa 33enne di Anzola, Sofia Stefani, gettano nuova luce sulla tragica vicenda. Le indagini balistiche e le dichiarazioni della dottoressa Benedetta De Luca forniscono dettagli chiave sul caso che coinvolge l’ex comandante Giampiero Gualandi.
la causa della morte di sofia stefani
il colpo di pistola fatale
Sofia Stefani, l’ex vigilessa di 33 anni deceduta il 16 maggio scorso negli uffici della polizia locale di Anzola, è morta a causa di un colpo di pistola sparato da distanza ravvicinata, sotto lo zigomo sinistro, secondo le prime indiscrezioni dall’autopsia. L’ex comandante Giampiero Gualandi, 63 anni, è attualmente in carcere. L’uomo, con il quale Sofia aveva avuto una relazione, ha affermato che il colpo sia partito accidentalmente durante una colluttazione.
l’arma del delitto e la dinamica
il funzionamento della glock
L’arma utilizzata, una Glock, è dotata di tre sicure integrate: nel grilletto, al percussore e anticaduta. Perché il colpo parta, è necessario premere simultaneamente la sicura del grilletto e il grilletto stesso. Secondo la dottoressa Benedetta De Luca, per accreditare la tesi dell’incidente durante una colluttazione, dovrebbero verificarsi alcune condizioni specifiche: l’arma deve passare da scarrellata a pronta allo sparo e la sicura del grilletto deve essere premuta insieme al grilletto.
le anomalie nella scena del crimine
L’arma ritrovata sulla scrivania di Gualandi con il carrello aperto e il caricatore inserito contrasta con le normative di sicurezza che impongono di rimuovere il caricatore prima di pulire la pistola. La traiettoria del colpo, dal basso verso l’alto, potrebbe essere coerente con le dichiarazioni di Gualandi, ma richiede ulteriori verifiche balistiche.
le indagini balistiche e autoptiche
l’analisi balistica
Durante l’autopsia, è stato analizzato il tramite, ovvero il percorso del proiettile nel corpo umano. Questo procedimento è fondamentale per comprendere la dinamica dell’incidente. La presenza di polvere da sparo e segni di bruciatura sul foro d’ingresso indicano che il colpo è stato sparato da una distanza di 10-20 cm. Ciò potrebbe avvalorare sia l’ipotesi di una colluttazione che quella di un intento omicida.
gli accertamenti forensi
L’indagine si focalizza sullo studio delle traiettorie, sul controllo del funzionamento dell’arma sequestrata e sull’analisi dei reperti come bossoli e proiettili. I consulenti esaminano i verbali di sopralluogo e altre documentazioni per determinare se i proiettili siano compatibili con l’arma in questione. Utilizzando il microscopio ottico comparatore, vengono analizzate eventuali deformazioni.
la disposizione delle prove
La disposizione delle tracce ematiche nell’ufficio di Gualandi potrebbe rivelarsi fondamentale per la ricostruzione del fatto. Le indagini, corredate dall’autopsia e dalle consulenze balistiche, daranno un quadro più chiaro della dinamica dei fatti, cruciali per determinare se si è trattato di un femminicidio.