Nella tranquilla cittadina di Eboli, un tragico evento ha scosso la comunità: due cani di razza Pitbull hanno attaccato un bambino di appena un anno, Francesco Pio D’Amaro, causandone la morte. L’incidente ha sollevato molte questioni riguardo la sicurezza e la gestione degli animali potenzialmente pericolosi. In questo contesto, cerchiamo di esplorare quali potrebbero essere i passi successivi relativamente al destino di questi due cani.
la tragedia e le immediate conseguenze
Il piccolo Francesco era in visita a casa di un’amica della madre, dove i cani risiedevano. Nonostante precedentemente non fossero mai stati aggressivi, i Pitbull non conoscevano il bambino che, insieme alla madre e alla sorella, era arrivato il giorno prima. Durante un momento di distrazione, mentre uno zio teneva in braccio il bambino per accompagnare fuori la sorella che doveva andare a scuola, i cani hanno attaccato il piccolo.
il sequestro e la situazione attuale dei cani
Dopo l’aggressione, che ha visto anche la madre e lo zio del bambino feriti, i cani sono stati sottoposti a sequestro giudiziario dalla Procura e a un sequestro sanitario da parte della ASL di Salerno. Attualmente, si trovano in un canile a Pignataro Casertano, dove sono stati messi in osservazione.
osservazione veterinaria e possibili scenari futuri
Durante i dieci giorni di osservazione, si verificherà la presenza di eventuali malattie come la rabbia. Questo è cruciale per determinare il futuro dei Pitbull. Se venisse diagnosticata la rabbia, i cani dovranno essere euthanasiati. In caso contrario, potrebbero essere restituiti al loro proprietario, a meno che il magistrato decida di mantenere il sequestro in vigore.
L’incidente rafforza il dibattito in Italia sulla responsabilità dei proprietari nel possesso e nella gestione di cani di grossa taglia e sulle misure di sicurezza necessarie per prevenire simili tragedie.