L’addio a John Barth, pioniere del postmodernismo americano
La scomparsa di John Barth, avvenuta il 2 aprile 2024, ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo letterario. A 93 anni, questo colosso della letteratura postmoderna ci ha lasciati, lasciando dietro di sé un’eredità di opere che hanno ridefinito il panorama letterario americano.
vita e carriera di barth
i primi anni e l’istruzione
Nato a Cambridge, Maryland, il 27 maggio 1930, John Simmons Barth ha iniziato il suo percorso educativo alla prestigiosa scuola d’arte Julliard a New York, per poi iscriversi all’Università Johns Hopkins di Baltimora, dove si laureò nel 1952.
dal docente allo scrittore
Dopo la laurea, Barth intraprese immediatamente una carriera nell’insegnamento, con posizioni alla Pennsylvania State University, alla State University of New York di Buffalo e infine ritornò alla Johns Hopkins University, contribuendo alla formazione di nuove generazioni fino al 1995. Parallelamente alla sua carriera accademica, iniziò a farsi strada come scrittore, pubblicando i suoi primi due romanzi, L’opera galleggiante nel 1956 e Fine della Strada nel 1958, opere che già mettevano in luce temi controversi quali il suicidio e l’aborto.
i capolavori e il riconoscimento
Il 1960 vide la pubblicazione di Il Coltivatore del Maryland, un’opera che lo portò alla ribalta internazionale. A seguire, lavori come Giles ragazzo-capra, La casa dell’allegria e Chimera consolidarono la sua reputazione, con quest’ultimo che gli valse nel 1973 il National Book Award per la narrativa.
l’ultimo capitolo
John Barth trascorse i suoi ultimi giorni in una casa di riposo a Bonita Springs, in Florida, donde è deceduto circondato dall’affetto dei suoi cari. Lascia la moglie Shelly e tre figli, frutto del suo primo matrimonio, di cui si sa poco.
Nonostante la sua partenza, il lascito letterario di Barth continuerà a vivere, ispirando lettori e scrittori per generazioni a venire.