La drammatica confessione di Makka e la decisione del Gip
La piccola città di Nizza Monferrato, situata nella provincia di Asti, è stata recentemente teatro di un evento che ha scosso l’opinione pubblica. Gli sviluppi sulla tragica vicenda sono venuti alla luce attraverso i diari di Makka, una giovane di 18 anni che ha ucciso suo padre per proteggere la madre dagli abusi.
La premeditazione nelle parole di Makka
Nei giorni precedenti all’incidente, Makka annotò nei suoi diari pensieri profondamente toccanti, suggerendo una consapevolezza preoccupante del suo destino o quello del padre. Le sue parole rivelano il tormento interiore e la disperazione di fronte a una situazione familiare insostenibile.
L’escalation dell’abuso
Akhyad Sulaev, il padre, mostrò il suo comportamento abusivo sia in Cecenia che in Italia, dimostrando che il trasferimento non aveva alterato la sua condotta. Makka ricostruisce come il padre, insegnasse ai fratelli minori le modalità di trattamento delle mogli, perpetuando un ciclo di violenza.
Il tragico epilogo
Il fatefato giorno vide Akhyad perdere il lavoro e aggredire la moglie e Makka al loro rifiuto di dimettersi. L’intervento di Makka culminò nell’uso di un coltello contro il padre, un atto disperato di autodifesa. La confessione seguente di Makka alle autorità enfatizzò la mancanza di intenzione di uccidere, ma piuttosto di salvaguardare la vita della madre.
Le misure giudiziarie
Le autorità hanno successivamente concesso a Makka gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, permettendole di proseguire gli studi in una casa famiglia. Questa decisione destina a valutare attentamente le circostanze che hanno guidato l’azione della giovane.
In questo contesto di profonda tragedia, emergono interrogativi sul tema della violenza domestica e sull’importanza del supporto alle vittime, delineando una storia tanto drammatica quanto emblema di una problematica sociale ancora radicata.