La tragica vicenda accaduta a Bovolenta, che ha visto la morte di Sara Buratin ad opera del compagno Alberto Pittarello, ha lasciato un segno indelebile nella comunità e nelle famiglie delle vittime. Queste ultime hanno espresso un appassionato appello alla solidarietà, nonostante il dolore e la perdita. In questo contesto, si svolgeranno i funerali delle vittime in giorni diversi, per consentire a tutti di unirsi nel ricordo e nel cordoglio.
analisi del dramma
Il dramma si è consumato nella mattina del 27 febbraio, quando, a pochi giorni dal trasferimento di Sara e sua figlia presso l’abitazione materna, a causa di tensioni con Pittarello, quest’ultimo ha compiuto l’irreparabile. Approfittando di un incontro, l’ha colpita mortalmente alle spalle con un coltello da caccia, perpetrando un attacco di una brutalità inaudita. Le ferite inferte, dapprima stimate in una ventina, sono state successivamente aggiornate a circa cinquanta, mirate principalmente alla nuca e alla schiena, continuando in modo feroce anche dopo il decesso della donna.
la ricerca del responsabile e il ritrovamento
Quando le forze dell’ordine hanno avviato le ricerche del compagno, inizialmente introvabile, hanno scoperto segni rivelatori lungo il fiume Bacchiglione, culminati nel ritrovamento del corpo di Pittarello e del suo veicolo. Quest’ultimo viene ora esaminato dagli investigatori per raccogliere ulteriori prove che possano contribuire alla ricostruzione degli eventi fatidici.
il messaggio delle famiglie
In questo scenario di inimmaginabile dolore, le famiglie di Buratin e Pittarello hanno preso una posizione di rispettosa vicinanza, decidendo di partecipare ai funerali dei loro cari e sostenendo la figlia quindicenne rimasta orfana. Attraverso le parole riportate sul Gazzettino, hanno esternato un emotivo messaggio:
– “Uniamoci nell’amore e dimentichiamoci la parola odio. Non abbiate paura di mostrare le vostre fragilità, questo sì che potrebbe servire a salvare altre donne.”
Questo appello risona come un monito a rifuggire l’odio e la violenza, invitando al dialogo e all’espressione delle proprie vulnerabilità, in memoria di una tragedia che, si spera fervidamente, possa diventare catalizzatore di cambiamento e presa di coscienza.