In aula si è svolto il processo a carico di Alessia Pifferi, con momenti di tensione tra la difesa e il pubblico ministero Francesco De Tommasi. Durante le udienze, è stato chiamato a deporre lo psichiatra forense Elvezio Pirfo, incaricato dalla Corte D’Assise di Milano, che ha presentato il risultato della sua perizia, indicando che l’imputata è capace di intendere e di volere, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa.
tensione in aula
La presenza in aula di Alessia Pifferi insieme alla sua avvocata Alessia Pontenati ha marcato un momento di gelo con il PM De Tommasi. A seguito dell’apertura di un fascicolo bis contro la donna per la presunta manipolazione ai fini di ottenere una perizia psichiatrica favorevole, la difesa ha richiesto un rinvio, nonostante la recente ricezione della documentazione. La richiesta è stata Declinata dal presidente della Corte, che ha optato per proseguire.
valutazione dello psichiatra forense
L’esame dello psichiatra forense ha escluso qualsiasi rischio di comportamenti estremi da parte dell’imputata, così come l’assenza di squilibri psicotici. È stata inoltre criticata l’operato delle psicologhe del carcere per l’eccessiva frequenza degli interventi, non giustificata dalla condizione di Pifferi, descritta più come un disturbo depressivo reattivo piuttosto che una crisi acuta.
percezione della maternità e capacità di apprendimento
Durante i colloqui, è emerso che Alessia Pifferi avrebbe interpretato la maternità più come un obbligo che come un compimento personale; la sua capacità di utilizzare termini psicologici suggerisce una predisposizione all’apprendimento e alla memorizzazione, senza evidenziare deficit di memoria o emozionali significativi.
conclusione della perizia
La perizia ha concluso che, sebbene Alessia Pifferi presenti alcuni deficit neuropsicologici, vi sarebbe una tendenza ad amplificare tali condizioni, separando chiaramente il concetto di quoziente intellettivo da quello di disabilità intellettiva.
Questo processo continua a destare attenzione non solo per le sue implicazioni legali ma anche per le profonde questioni psicologiche e umane che emergono dal dibattimento in aula.