In un contesto di rilevante dramma familiare, emergono dettagli sconvolgenti riguardanti il duplice delitto avvenuto a Cisterna di Latina. La vicenda coinvolge Desyrèe Amato e l’ex fidanzato Christian Sodano, quest’ultimo responsabile di aver aperto il fuoco dentro la residenza della famiglia Amato, culminando in un atto di inspiegabile violenza.
il momento precedente al delitto
Poco prima dell’irruzione fatale di Sodano nell’abitazione, Desyrèe aveva restituito all’uomo oggetti di profondo significato affettivo: una maglietta precedentemente dimenticata e l’anello di fidanzamento che era appartenuto alla defunta madre di Sodano, una poliziotta scomparsa nel 2013. Sodano, che aveva perso anche il padre finanziere quattro anni prima, aveva intrapreso la carriera nella Guardia di Finanza dopo la morte del genitore, non riuscendo a superare la rottura con Desyrèe durata cinque mesi. Nonostante le evidenti minacce pregresse, la donna non aveva condiviso i propri timori con nessuno, convinta di poter controllare la situazione.
la tragedia in casa
Al suo ingresso nella casa, le sorelle Nicoletta e Renèe hanno tentato invano di proteggere Desyrèe dall’attacco di Sodano. Dopo aver ferito mortalmente le due donne, l’uomo ha inseguito la sua ex fidanzata all’interno dell’abitazione. In un momento di apparente remissione, ha chiesto a Desyrèe di sparargli, ma lei ha colto l’opportunità per fuggire, trovando infine rifugio presso un vicino benzinaio.
gli elementi dell’accusa
Le indagini hanno portato alla luce elementi che suggeriscono una possibile premeditazione del crimine da parte di Sodano, tra cui la presenza nello zaino dell’uomo di guanti, nastro adesivo, sacchi neri, manette e un manganello. Interrogato sugli oggetti, Sodano ha fornito spiegazioni poco convincenti. Attualmente, è detenuto sotto stretta sorveglianza nel carcere di Latina, a fronte delle accuse di duplice omicidio e del tentativo di uccidere Desyrèe, nonché dell’aggravante della premeditazione. Nonostante abbia confessato all’atto dell’arresto, Sodano si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al Gip, suscitando la preoccupazione degli inquirenti riguardo al rischio di un possibile gesto estremo da parte sua.