Sanremo 2024: La Storia di Geolier e l’Origine del suo Nome d’Arte

La 74esima edizione del Festival di Sanremo ha acceso i riflettori su numerosi artisti, tra cui spicca il rapper Geolier, personaggio al centro di curiosità che affascinano non solo i fan della musica, ma anche un pubblico più ampio. Dal palcoscenico dell’Ariston, molti artisti hanno scelto dei pseudonimi per esibirsi, tra cui Rose Villain, Clara, Alfa e Big Mama. In questo contesto, emerge la figura di Geolier, il cui nome d’arte nasconde una storia e dei significati particolari meritevoli di approfondimento.

la carriera di geolier: da secondigliano alla ribalta nazionale

A soli 23 anni, Geolier, al secolo Emanuele Palumbo, emerge nel panorama musicale nazionale con un’identità artistica marcata e testimonianze di vita toccanti. Il suo debutto nel mondo della musica, avvenuto nel 2018 con il brano “P Secondigliano”, ha segnato l’inizio di un percorso artistico ricco di successi, collaborazioni importanti come quelle con Emis Killa, Guè Pequeno e Lele Blade, e la produzione di album di rilievo come “Emanuele”, che ha ottenuto il disco di platino. La sua infanzia in uno dei quartieri più difficili di Napoli, Secondigliano, e le esperienze personali complesse hanno forgiato il carattere e la musica di Geolier, portandolo fino all’importante scena di Sanremo 2024 con la canzone ‘I p’ me, tu p’ te’.

geolier perché si chiama così? il motivo

La scelta del nome d’arte Geolier da parte di Emanuele Palumbo non è casuale, ma intrisa di significati profondi. Derivando dal francese, Geolier significa “guardia carceraria” o “carceriere”, termini che riecheggiano le difficili esperienze di vita dell’artista e la sua provenienza da un contesto urbano complesso. Seppur alcuni abbiano ipotizzato una connessione con il termine “secondino” per riferirsi ai residenti di Secondigliano, questa interpretazione non trova conferma nella terminologia corretta, che identifica gli abitanti del quartiere semplicemente come “secondiglianesi”. Pertanto, la scelta di Geolier come nome d’arte risiede in una traduzione più fedele e significativa della sua esperienza personale e della sua arte.