La decisione di Facebook
L’attore Lino Banfi è stato bannato da Facebook a causa di un gruppo che lo omaggia chiamato ‘Noi che amiamo Lino Banfi official’. Secondo il social network, alcuni utenti utilizzavano espressioni tipiche dell’attore che venivano ritenute volgari dall’algoritmo. In risposta a questa decisione, Lino Banfi ha deciso di inviare una lettera aperta al Corriere della Sera per esprimere il suo disappunto.
La lettera di Lino Banfi
Nella sua lettera, Lino Banfi si rivolge al direttore del Corriere della Sera in tono scherzoso, definendolo “nostro quotidiano” e affermando di considerarlo un po’ suo dopo anni di lettura. Il noto attore racconta che da circa sette anni esiste un gruppo su Facebook chiamato ‘Noi che amiamo Lino Banfi’ in cui vengono pubblicate molte cose bellissime in suo onore da parte di fan di diverse generazioni. Tuttavia, Facebook ha deciso di chiudere il gruppo a causa delle espressioni usate dai membri, considerate volgari dall’algoritmo.
Il linguaggio banfiota
Lino Banfi afferma che il gruppo utilizza il “linguaggio banfiota”, caratterizzato da espressioni come “Porca putténa” o “Disgrazieto maledetto”. Una delle volte in cui il gruppo è stato chiuso, il motivo è stato l’utilizzo dell’esclamazione “Picchio De Sisti”. L’attore si chiede se l’algoritmo di Facebook sia del tutto incapace di comprendere il contesto delle frasi e critica la decisione della piattaforma di cancellare tutto il gruppo, obbligando i membri a ricominciare da zero.
La reazione di Lino Banfi
Lino Banfi si dice indignato per questa situazione e si chiede cosa abbia fatto a Mark Zuckerberg e ai suoi algoritmi per meritare il bando da Facebook. L’attore, che ha dedicato più di 60 anni alla sua carriera, non comprende come l’arcimiliardario maledetto possa oscurare la sua voce. Con un tono ironico, Banfi minaccia anche di sfogarsi con espressioni tipiche del suo personaggio come “Chezzo! Chepo di chezzo!”. Infine, conclude la lettera con la frase “Mi sono rotto le pelle”.
Valutazione: 9/10
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