Il teatro calabrese
C’è un presente ed un passato che gli intellettuali calabresi intendono portare avanti e conservare. È in questo modo che la rassegnazione cerca di allearsi con la speranza a volte idealizzata della Calabria romantica capace di trasformare la realtà attraverso il lavoro degli scrittori che partecipano al progetto del periodico. Le immagini che emergono dalle pagine della rivista sono, infatti, quelle di una realtà ancora carica di opposizioni, contraddizioni. Da un lato gli intellettuali dell’alta borghesia, dall’altro il popolo di cui non emergono che poche tracce. C’è, tuttavia, un margine aperto che emerge dagli scritti, il margine delle storie che si raccontano, quello della vita degli scrittori e poeti che intervengono sul Calabrese. Una vita ornata dalle bellezze dell’ideale romantico, dei sogni e delle idee possibili, che tuttavia è costretta ad affacciarsi alla finestra per guardare la lotta con la Storia. È vero, infatti, che molti furono tra di loro quelli che subirono il colpo mortale dell’epoca, e che altri cercarono disperatamente di continuare ad operare attraverso la linea o il filo sottile che attraversa ogni articolo scritto sulle pagine del quindicinale.
Tra gli intellettuali calabresi si sviluppa così la necessità di recuperare le forze e reagire al governo proibitivo attraverso una forma tuttavia ancora chiusa nei circoli accademici, e circolante tra i pochi che possono permettersi di abbonarsi ad un periodico di stampo strettamente elitario. Dell’immagine della vita degli intellettuali, molti dei quali avvantaggiati da un’istruzione privilegiata, unica possibilità per i giovani abbienti dell’epoca, emergono, così, le fugacità di lettere d’amore mai spedite e romanzi d’appendice in cui la figura femminile è esaltata nella sua oggettività estetica e letteraria, come soggetto marginale rispetto all’azione dell’uomo. E ancora le storie di brigantaggio, con le figure eroiche dei giovani e di amori immaginari o mai corrisposti. Possiamo quindi guardare le pagine letterarie del Calabrese come si guarda ad un’azione drammatica a più atti, attraversata da personaggi che mutano le loro vesti in base a ciò che raccontano.
È nello sguardo attento dell’intellettuale che si manifesta l’interesse e la necessità di costruire una realtà parallela ma non a priori rispetto a quella brutale che il resto della società offre, risultato delle azioni umane precedenti che si ergono al di là della volontà dei singoli pensatori.