3. Il Surrealismo
Il motivo principale del Surrealismo è la risoluzione del rapporto tra il sogno e la realtà, nel quale credono di poter realizzare la loro produzione artistica. Breton, nel Manifesto del 1924, espande le ragioni della sua ricerca alla filosofia e alle sensazioni. La storia è analizzata come se ci fossero legami diretti con il soggetto, mentre la funzione del sogno nasce dall’inglobarsi del senso storico in quello umano. Tale legame con la psicologia segna la crisi del sistema precedente e prefigura la necessità di un’epifania dell’arte. Il fine della scrittura surrealista non è quello di arginare la specificità dell’arte ma di soggettivizzarla. A essere escluso dal gioco dell’arte non è l’uomo comune e neanche il lavoratore delle fabbriche. Al contrario del passato, nel Dadaismo, per esempio, è incisiva la manipolazione stessa dell’imprevisto nella quotidianità.
Ubu Re è il primo accenno nella direzione dell’unione tra il sogno e la realtà attraverso la crudezza dei caratteri e dei personaggi. Non esiste alcuna contraddizione tra le due costanti della storia: l’idealizzazione riguarda il passato dell’arte. Jarry anticipa il dadaismo con la cosiddetta scienza delle soluzioni immaginarie, denominata “patafisica” dallo stesso autore. Gli eroi non sono uomini speciali, non fanno niente di straordinario. Al contrario, sono gretti e incapaci di cogliere le differenze tra passato e presente, tra causa e effetto. Il dramma portato in scena dopo un lungo periodo di stesure, dalla prima pubblicazione del 1896 alla versione definitiva del 1900, è inteso come un viaggio mentale, interno, dei protagonisti. I dialoghi, nei cinque atti, non stentano a mostrare insulti e irriverenze consumate tra le parti.
La separazione tra l’oggetto immaginario e l’oggetto concreto tipica del passato, non è considerata centrale nel Surrealismo. Quello che si vede può essere il sogno, creando dimensioni che da un lato ricalcano pienamente l’attrazione per l’ignoto, dall’altro consegnano la quotidianità meno raffinata. A essere posto in risalto è un numero ridotto di oggetti rispetto alla molteplicità reale, assumendo una sintatticità che fa della metafora e della metonimia i caratteri principali delle arti plastiche. Le macchine immaginarie e i congegni che da usuali diventano parti di un mondo in cui non sono utili a espletare le funzioni per le quali sono state costruite, sono simbolo dell’ostilità. Una serie di emozioni che non possono essere racchiuse, nella quotidianità, in pochi oggetti, possono essere riprodotte in un quadro come in un readymade.
La spaccatura nel Surrealismo, rilevata da Bataille, nel 1930, ha come conseguenza la costituzione di altri movimenti come esempi di un mondo in continuo mutamento. Da un lato l’arte informale e dall’altro l’Espressionismo astratto mettono in gioco, sotto una nuova veste, gli elementi compositivi delle arti.