Orvieto, 10 marzo – Dal palco di Orvieto, a conclusione della scuola di formazione del partito, interviene il leader del Pdl, Angelino Alfano, annunciando che l’obiettivo del partito è “riunire i moderati”, “senza “lanciare appelli a nessuno, chi ci sta ci sta”, “separare i moderati è un modo subdolo per far vincere la sinistra”. L’appello era ovviamente rivolto al leader dl carroccio, invitandolo, in vista delle amministrative, “non consegnare il Nord alla sinistra”.
Alfano avverte: “separare i moderati è un modo subdolo per far vincere la sinistra”, una sinistra composta dall’asse “Di Pietro-Vendola-Bersani, che va nella direzione dello zapaterismo e non certo di una moderna sinistra europea”. “Lo zapaterismo –continua Alfano – è un germe che rischia di attaccare valori che noi difendiamo, come abbiamo fatto con il decreto su Eluana Englaro, la difesa della vita sin dal concepimento, oppure i tanti no che abbiamo detto sullo scardinare la famiglia”. ”Se la sinistra andra’ al governo, fara’ quello che ha fatto la sinistra in Spagna: il matrimonio tra uomini, le coppie di fatto, buttando fumo sulla societa’ spagnola, distraendo le forze migliori dallo sviluppo e dalla crescita. E oggi il partito socialista e’ ai minimi termini: questo sara’ l’inevitabile destino tra Bersani, Di Pietro e Vendola”.
Assente Silvio Berlusconi ma il segretario gli rivolge un ringraziamento: “Senza la sua intuizione di Berlusconi oggi non saremmo qui a parlare”.
”Mi convinco ancora di piu’ dopo questi tre giorni – sottolinea Alfano- il Pdl e’ l’unico partito che ha la ricetta giusta per il Paese”. Alfano determinato chiarisce che il Pdl resta una forza determinante per la politica italiana: ”L’altro giorno, abbiamo dato un dispiacere a qualcuno che si era affezionato all’idea di un Pdl in ginocchio e all’angolo, da rosolare e a fuoco lento. Ci dispiace di aver deluso chi era affezionato a questa idea, ma il Pdl resta al centro della scena e resta il primo partito italiano”.
Rivolgendosi all’azione del governo Monti, non perde l’occasione per ribadire che il suo governo si regge anche grazie al Pdl. Alfano assicura di voler fare “le riforme costituzionali. Certo vorremmo fare di più. Vogliamo completare la riforma della giustizia” e avverte che però la priorità dovrebbe essere “Lavoro, lavoro, lavoro!”.
Pronta la replica del leader del Pd, Pier Luigi Bersani . “Quando c’è da parlare di corruzione, di frequenze tv scoprono anche il lavoro…”. “Questa settimana è il lavoro poi vediamo la prossima cosa succede”. In risposta all’attacco alla sinistra, su Twitter Bersani chiede “se siamo già in campagna elettorale. Nel caso ci tenga informati, vorremmo partecipare”.
Proprio il tema lavoro è stato al centro degli interventi di Bersani alla conferenza nazionale sul precariato. “Il tavolo” tra governo e parti sociali sul lavoro “serve perché dobbiamo darci una regolata e questo non vuol dire tornare ad antiche regolazioni. Noi abbiamo bisogno di una nuova regolazione” sottolinea lo stesso Bersani che però parlando in merito all’art. 18 chiarisce che non deve diventare uno “scalpo simbolico su quale dire quale sarà la direzione di marcia: se verso una deregolazione o verso nuove regole”.