Giornata particolare ieri per Napoli. Circa 300 tra driver, allevatori, proprietari, veterinari e cavalli sono sfilati per le strade del lungomare della città per protestare contro il rischio di chiusura dell’ippodromo di Agnano e, più in generale, degli ippodromi di Italia a causa dei tagli governativi. Si stima che essi ammonteranno ad oltre il 70% e metteranno a rischio i posti di lavoro di migliaia di persone.
Come ha detto il portavoce del comitato che si ribella alla crisi dell’ippica, Pierluigi D’Angelo: “Diciamo no al taglio del 70% dei fondi del settore da parte del Governo. E questo significa la morte di 350 mila cavalli, la cancellazione di 170 mila ettari, il licenziamento di 50 mila addetti in tutta Italia”.
Attualmente all’ippodromo di Agnano non si corre dal 1 gennaio a causa delle manifestazioni organizzate per protestare contro i tagli del 40%ai montepremi delle corse effettuati dal governo.
D’Angelo continua: “Ma è mai possibile che nel Mezzogiorno, con la criminalità che ci ritroviamo, si consenta una cosa del genere facendo finire in mezzo a una strada gente che non ha alcun scivolo di carattere sociale? Migliaia di padri di famigliache si ritroveranno improvvisamente senza un euro di stipendio”.