Negli ultimi giorni al ministero della Salute è al vaglio la possibilità di introdurre una nuova tassa, da alcuni definita “stangatina”, allo scopo di far cassa per rimodernare le strutture sanitarie, per riformulare i tetti per la spesa farmaceutica e per variare le regole sui tickets, quindi per far fronte ai vari tagli ai finanziamenti nel settore sanitario previsti nella manovra di luglio.
Il ministero della Salute spiega così il motivo di tali decisioni : “Sulla base del fabbisogno bisogna assumere decisioni condivise per attuare la manovra di luglio sulla sanità prevista in 2,5 miliardi per il 2013 e 5 miliardi per il 2014”.
I bersagli della nuova tassa, allo studio del ministro Renato Balduzzi, saranno gli alcolici e i junk food (il cibo spazzatura che oltre a far ingrassare può far male alla salute a causa dell’insorgere di varie patalogie). Ovviamente questi beni di cui si parla non sono assolutamente beni di prima necessità, ma nonostante ciò, dopo gli ennesimi rincari sulla benzina e dopo il ritorno della tassa sulla prima casa, saranno molti i cittadini che non approveranno l’aumento dei prezzi sui loro piccoli vizi. Il problema è che ancora non si sa quali dovrebbero essere, secondo il ministero, gli alimenti che andranno a finire nella lista nera dei cibi spazzatura.
Inoltre, al fine di ridurre ulteriormente la spesa del sistema sanitario, il ministero sta studiando anche la possibilità di chiudere o di riconvertire i piccoli ospedali entro il 31 ottobre 2013. Ma anche in questo caso non viene ancora spiegato quali dovrebbero essere le strutture corrispondenti alla descrizione di “piccolo ospedale” che, ingenere, viene usata per tutte le strutture ospedaliere con meno di 120 letti.
Poi è già stata portata all’attenzione delle Regioni l’ipotesi della rimodulazione dei due tetti per la spesa farmaceutica, “abbassare dall’attuale 13,3% al 12,1% quello per la farmaceutica territoriale (con onere dello sfondamento a carico della filiera) e innalzare dal 2,4% al 3,6% quello per la farmaceutica ospedaliera (onere di sfondamento a carico della filiera per il 35% e delle regioni per il 65%)”.
Infine il ministero vorrebbe arrivare all’introduzione di interventi tali da introdurre elementi di maggiore equità sociale graduando la partecipazione e le esenzioni in funzione del reddito equivalente del nucleo familiare