Questa mattina si celebreranno i funerali di Giorgio Bocca, scrittore e giornalista italiano deceduto due giorni fa. Saranno tenuti in forma estremamente privata nella Basilica di San Vittore a Corpo a Milano. Si è appreso che l’uomo sarà cremato e le ceneri tumulate a La Salle, in Valle D’aosta, luogo dove aveva una casa di villeggiatura.
La figlia del giornalista ha dichiarato che “lascia un vuoto” nel mondo del giornalismo e spera che qualcun altro riuscirà a prendere il suo posto.
Nel luogo di abitazione di Bocca, in via Giovannino de Grassi, arrivano e vanno decine di amici e colleghi del mondo del giornalismo per dargli l’ultimo saluto. Gian Antonio Stella ha dato di lui questa definizione “”Un uomo curioso che ha scritto cose formidabili e che non ha mai avuto paura di prendere posizione anche a rischio di sbagliarsi’”.
Ma negli ultimi anni, Giorgio Bocca era sulle prime pagine dei giornali anche per le sue affermazioni razziste soprattutto nei confronti dei meridionali. In particolare, le sue affermazioni si scagliavano contro città come Palermo (definita ricca solo di “un’umanità repellente che puzzava di marcio e con gente mostruosa”) o contro Napoli, “un cimiciaio, una città decomposta da migliaia di anni, una moderna Babilonia” o contro Caserta e la sua reggia (“una reggia da Re Sole in un paese di Re merda”). O, addirittura, diceva che “qualche parola buona sul Sud si trovava solo perché è necessaria un po’ di ipocrisia (sapevo sempre che dovevo tener buoni i miei lettori meridionali, quindi davo un contentino)”
Speriamo che i futuri giornalisti e intellettuali si ispirino a lui non per le affermazioni ambigue di questi ultimi tempi.