Dieci lettere contenenti proiettili e parole di minaccia sono state intercettate a Lamezia Terme dalla polizia postale nella giornata di ieri. Erano indirizzate al capo del governo e a svariati altri politici e giornalisti. Fulcro delle intimidazioni è l’iniquità della manovra economica e la tutela delle fasce più deboli. Oltre alle dure parole iniziali, “vi faremo maledire queste misure col sangue”, nelle lettere si può leggere che, oltre al “piombo”, sarà in arrivo anche “il tritolo dagli arabi”. Mittente delle minacce è il Movimento armato proletario che si fa fautore di “una lotta giusta” e “contro i poteri forti a favore della povera gente”.
Il Movimento, inoltre, sottolinea che “le misure prese per colpire sempre i più deboli non devono essere approvate, se non con modifiche radicali a difendere quel poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli operai con le loro famiglie che sono già sul lastrico?”.
Nel frattempo, dalle indagini si è appurato che il centro postale di Lamezia Terme smista solamente la posta in arrivo e in uscita dalla Calabria e il Procuratore Lombardo si è impegnato a cercare di scoprirne la provenienza.
Gli altri destinatari, oltre al premier, sono il ministro del Welfare Elsa Fornero i leader del Pd Pierluigi Bersani e dell’Udc Pier Ferdinando Casini, il direttore di “Libero” Maurizio Belpietro, quello della “Padania”, il direttore del “Corriere della Sera”, Ferruccio De Bortoli, il direttore di “Repubblica” Ezio Mauro, e del “Tempo”, Mario Sechi.