Vicenza. Il partito di Bossi, nel coro dei militanti che inneggiavano alla “secessione”, ha inaugurato il Parlamento Padano. L’ex ministro per la semplificazione, Roberto Calderoni, ne sarà il presidente, mentre a Roberto Castelli, Flavio Tosi, Fabrizio Bricolo sono state affidate le cariche di vicepresidenti. I segretari saranno Seganti, Ballardini, De Filippo e Pastore.
All’ingresso della Fiera, in cui è ospitato il capannone in cui si è svolta la riunione, campeggia uno striscione del movimento giovani padani. Bianco con caratteri verdi e recante la scritta: “L’indipendenza parte da Vicenza”.
Alla riunione del Parlamento padano, Calderoli ha affermato: “Se non ci viene concessa un po’ di libertà noi siamo titolati ad andare a prendercela, un po’ di libertà. La prossima proposta di modifica della Costituzione andrà a toccare l’articolo che afferma che l’Italia è una e indivisibile”. “Prendiamo atto – prosegue – che il governo cancella il ministero delle Riforme, caro Monti, ma significa mettere una pietra sul federalismo”. “Non mi sento più di andare a proporre la solita modifica della Costituzione”, perché “non credo più a questo parlamento: una cosa di cui non si può non tener conto è che per i due terzi il parlamento è espressione del centro sud del Paese”. Quindi, secondo Calderoli, “va seguita la strada che viene utilizzata in Svizzera, dove un certo numero di elettori può proporre direttamente una modifica singola o complessiva decidere della Costituzione e il voto viene messo nella mani del popolo. Il popolo dovrà decidere se essere costituente o no”. Il cavallo di battaglia della lega è la Cecoslovacchia, infatti Calderoli ha espresso chiaramente le sue intenzioni: “Subito un coordinamento stretto tra le regioni del Nord, poi la separazione consensuale come per la Cecoslovacchia”. Insomma, una secessione “morbida”.
“Domani – ha dichiarato il neopresidente – incontreremo Formigoni per vedere se ci sta. Poi tocca al Friuli, al Trentino per formare quella macroregione che è la Padania”. Calderoli ha poi annunciato una “grande manifestazione” della Lega per il 15 gennaio a Milano, e poi a”Bruxelles e Roma”.
Il Governatore del Veneto, Luca Zaia, ha dichiarto che “La Lega non ha scelta ma deve far saltare il banco, e anche presto, per proteggere la povera gente che da questa manovra è massacrata”, riferendosi alla manovra di Monti. “Non è che siamo andati a Roma da Monti ed abbiamo trovato chiuso, abbiamo parlato con Giarda” che scrive la manovra e “ci ha detto che come sempre il Nord è la vacca da mungere. Questa manovra ha solo una parte, che è quella dei tagli e quella di mungere la vacca del Nord e di pensare che la gallina dalle uova d’oro continui a produrre per tutta l’Italia. La verità – ha precisato Zaia – è che non si ha avuto il coraggio di fare le vere riforme, quelle invocate anche dai padri costituenti che vedevano il Paese molto più federalista di quello che è oggi. Essere federalisti, lo dice il Capo dello Stato, significa anche rispondere delle proprie responsabilità”.
Roberto Cota, presidente del Piemonte: “Una manovra molto pesante, che rende impossibile per noi presidenti di Regione far funzionare il sistema“. “Uno dei problemi riguarda il servizio ferroviario: i soldi arrivano alle Regioni e poi le Regioni sottoscrivono un contratto di servizio con Trenitalia. Si parla di tagli molto pesanti alla sanità anche per quanto riguarda il 2012 e io lo dico chiaramente: ho già impostato un piano molto rigoroso che stiamo rispettando e tagli ulteriori non siamo in grado di gestirli”. “Poi c’è tutta la partita relativa all’operazione sulle pensioni – ha aggiunto il presidente del Piemonte – che assolutamente non condividiamo, perché toccare le pensioni vuol dire toccare i diritti della gente che ha lavorato una vita. Complessivamente mi sembra proprio che questa manovra sia ispirata ad aumentare esclusivamente la pressione fiscale e quindi la conseguenza è quella, in un momento particolarmente delicato, di deprimere ulteriormente il sistema produttivo”.
Bossi: “La Padania ha vinto, è l’ora della secessione. La Padania vincerà. Lo stato italiano ha perso la partita. La guerra economica ha visto la sconfitta dell’Italia. Dobbiamo unirci, compatti, lottare per la Padania. La storia farà la sua parte”.
François-Marie Arouet, noto con lo pseudonimo di Voltaire, scrisse:
<<Non condivido le tue idee, ma mi farei uccidere perché tu le possa manifestare>>.
<<Contro l’intolleranza. Sapere ascoltare. Per la non violenza. Avere capacità d’indignazione, senza per questo pensare sempre di essere nel giusto. Lavorare per unire, e non per dividere. Non ci sono bianchi o neri, buoni o cattivi, santi o diavoli: ci sono solo degli uomini che possono sbagliare. Essere “contro”, vuol dire essere fermi nelle proprie posizioni, ma aperti al dialogo. Il “potere” non ha colore, spesso assume quello che più spesso gli fa comodo>>.