Olli Rehn, durante l’Ecofin, parlando sull’euro: «stiamo entrando in un periodo critico di 10 giorni in cui dovremo completare e concludere la risposta europea alla crisi. Siamo arrivati al momento in cui si devono fare scelte e prendere impegni … Ci giochiamo tutto in un a manciata di giorni. Stiamo entrando in un periodo critico di 10 giorni in cui dovremo completare e concludere la risposta europea alla crisi. Siamo arrivati al momento in cui si devono fare scelte e prendere impegni gravi».
Il Presidente dell’Ecofin Rostowski : «se non viene intrapresa nessuna azione la fine dell’euro potrebbe essere un pericolo reale».
Mario Monti: «lo snodo dell’8-9 dicembre sarà fondamentale. Ciò che sarà deciso o non deciso avrà il verdetto dei mercati. Peserà anche quanto deciderà l’Italia: se manca questo passaggio, o non fa quel che ci si attende, le conseguenze saranno molto gravi».
Per quella data l’esecutivo di Monti dovrà arrivare, ed è stato annunciato che è pronto, con il suo pacchetto di misure anti-crisi. Il varo della manovra ci sarà lunedì in consiglio dei ministri, con il via libera prima di Natale, e conterrà soluzioni per un totale di 20 miliardi di euro che cominceranno a produrre effetti già nel breve periodo. Si tratterà di riforme strutturali votate al rigore, alla crescita e all’equità ma com un accento in più sulla crescita poichè, dice Monti, sul tema rigore «il governo precedente ha fatto passi significativi».
Il commissario Rehn ha confermato che Monti non è in ritardo sulla tabella di marcia e che gli ha giurato che il governo varerà le misure «con la massima rapidità». Il premier sa bene che l’obiettivo non può essere mancato e, in seguito alle critiche dei sindacati e di alcune frange della politica in merito alla fumosità che circonda le sue manovre, si appella al «senso collettivo di responsabilità e urgenza», dichiarando esplicitamente che «certi passaggi e ritualità graditi a tutti, non sarebbero ora a vantaggio del Paese e dei cittadini» e che «negli incontri europei ha dato un grado di dettaglio inferiore a quello dato in Parlamento. Nonostante questo le reazioni dei ministri finanziari sono state molto positive. Monti dice anche : «ciò che più è emerso è una rinnovata e forte credibilità del governo italiano».