La commissione Bilancio alla Camera ha approvato la legge di stabilità. Alle 12:30 sono partiti i lavori al senato, che verteranno sia sul DDL che sul bilancio.
Al termine dei lavori di Montecitorio, che con certezza approverà il DDL nelle stesse modalità viste alla Camera (ovvero presenza ma senza espressione di voto dell’opposizione), Berlusconi terrà l’ultimo consiglio dei Ministri. Successivamente in poche ore sono attese le dimissioni che, per la rassegna formale, lo vedremo recarsi sul Colle dinanzi al Presidente della Repubblica.
Domani Napolitano darà il via alle consultazioni private informali e, probabilmente, entro la giornata assegnerà l’incarico a Mario Monti di formare il nuovo governo di responsabilità nazionale.
Monti, intanto, si è già messo ai lavori presso i suoi nuovi uffici a palazzo Giustiniani, dove si sono susseguiti dei colloqui prima con Mario Draghi, presidente BCE, poi con Pierluigi Bersani ed Enrico Letta. In tarda mattinata, Monti ha debuttato a palazzo Madama, dov’è tutt’ora per le votazioni sul DDL.
Napolitano, in un messaggio al congresso de La Destra, presso il Lingotto di Torino, ha scritto che “l’attuale grave momento di crisi finanziaria ed economica, interna e internazionale, rappresenta una seria sfida per la coesione sociale del nostro Paese” e “Occorre che tutte le forze politiche sappiano agire con senso di responsabilità e formulare proposte in grado di conciliare il rigore imposto dalla necessità di ridurre il debito pubblico e di promuovere la crescita distribuendo equamente i sacrifici”.
Per Napolitano non ci sono altri nomi oltre a Monti, né altre strade preferibili al governo tecnico ma in parlamento il clima di tensione resta alto, tra chi appoggerebbe e chi non darebbe la fiducia ad un tale governo.
“Lunedì ci sarà un nuovo governo e la Lega non ne farà parte. Nemmeno io”, lo ha ribadito il ministro dell’interno Maroni al termine dell’ennesima consultazione a palazzo Grazioli.
A sorpresa, Antonio di Pietro apre alla possibilità di un appoggio ma “a determinate condizioni”.
E’ probabile che Napolitano, anche se il nuovo governo non dovesse l’appoggio del PDL, decida ugualmente di affidare l’incarico a Monti. Questo perché, quant’anche la partita del parlamento dovesse finire con un buco nell’acqua e si aprisse la strada delle elezioni, comunque vorrebbe che fosse lo stesso Monti a traghettare la barca verso le urne.
L’attesa è ora per la decisione ufficiale che il Cavaliere ed il Pdl prenderanno domani nel corso dell’ufficio di presidenza.